Si torna al via

Depositi chimici, il ministero azzera la pratica: “Serve valutazione impatto ambientale nazionale”

Tutto da rifare, o quasi, per il dislocamento degli impianti nel cuore del porto di Sampierdarena. E nel mezzo potrebbe arrivare il nuovo piano regolatore portuale e la riforma dei porti voluta dal governo

depositi chimici

Genova. Tutto da rifare, o quasi, per il dislocamento dei depositi chimici di Multedo presso ponte Somalia, nel cuore del porto di Sampierdarena: il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, infatti, ha avocato alla propria competenza la valutazione di impatto ambientale del progetto che quindi dovrà iniziare da (quasi) zero un nuovo percorso autorizzativo.

La conferma di quanto già circolato nelle scorse settimane arriva dagli uffici stessi del ministero che nei primi giorni di agosto ha risposto alla richiesta di chiarimento sul tema: “Sulla base della documentazione acquisita nel corso dell’istruttoria – si legge nel documento sottoscritto lo scorso 2 agosto –  la Regione Liguria ha rappresentato che “sembra emergere la possibilità che il progetto in oggetto possa essere attribuito alla tipologia […] terminali per il carico e lo scarico degli idrocarburi e sostanze pericolose, di competenza statale, ed ha richiesto alla scrivente un parere di competenza sul progetto riportato in oggetto, al fine di garantire al procedimento la corretta attribuzione di competenza. Sulla base del decreto legislativo 152 del 2006 si ritiene che lo svolgimento del procedimento di valutazione ambientale sul progetto in oggetto rientri tra le competenze di questa Amministrazione“.

Ma non solo: sempre nella missiva del ministero viene richiamato il parere del Consiglio superiori dei lavori pubblici che ha inserito il progetto come una “variante al Piano Regolatore Portuale di Genova che, come noto, è stato sottoposto a procedura di VIA statale conclusa con D.M. n. 5395 del 25/10/2000″.

Questo passaggio, quindi, prevede che tutto l’iter autorizzativo riparta dagli uffici tecnici romani, cosa che sicuramente obbliga ad un passo indietro decisamente corposo per quanto riguarda le tempistiche: secondo le prime stime il nuovo procedimento potrebbe richiedere diversi mesi, anche un anno, fatto salvo nuovi intoppi che potrebbero sorgere in sede di analisi. Senza dimenticare il particolare ‘intasamento’ che gli uffici tecnici statali stanno verificando in questi mesi di corsa al Pnrr.

depositi chimici

Inoltre nel mezzo dovrebbe arrivare in prima battuta il nuovo piano regolatore portuale, attualmente in fase di bozza, con il suo iter, e anche la paventata riforma dei porti, che il governo ha messo in cantieri già da mesi. Una serie di passaggi che compongono un puzzle molto complesso che potrebbe comportare ancora più tempo per trovare una quadratura definitiva.

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