Il caso

Bar rifiuta il pagamento con la carta, un cliente chiama la Guardia di finanza: multa da 30 euro

È successo alla gelateria Bixio di Carignano, protagonista il giornalista Lorenzo Tosa: "Sanzioni ridicole, se ci rifiutassimo di piegarci a questo bullismo contabile cartelli del genere sparirebbero subito"

Generico agosto 2023

Genova. Il bar rifiuta il pagamento col Pos, un cliente chiama la Guardia di finanza e scatta la multa da 30 euro. È successo questa mattina alla gelateria Bixio nell’omonima via di Carignano. A raccontare la vicenda, vissuta in prima persona, è il giornalista e comunicatore Lorenzo Tosa.

“Una tranquilla mattinata d’agosto. Ci sediamo nel dehors di un bar gelateria del centro di Genova e ordiniamo un the, due canestrelli e un pezzo di focaccia. Terminata la consumazione entro per pagare e, una volta all’interno, scopro questo inequivocabile cartello che tappezza il locale, sul bancone e davanti alla cassa: No carte. No Bancomat. Solo che, caso vuole, non ho monete o contanti nel portafoglio. Glielo faccio gentilmente notare, informando il titolare che potrò pagarlo solo con la carta, come è mio diritto”.

“Allora esca a ritirare. Qui non accettiamo carte”, la risposta del titolare secondo il racconto di Tosa. “Gli faccio allora presente, con tono calmo, che non sono io tenuto a cercare un Bancomat, ma è lui obbligato ad accettare qualunque forma di pagamento valida, anche fosse per un centesimo – continua il giornalista -. Lui, tutto baldanzoso: La carta non è un pagamento valido. Inutile spiegargli che si tratta di una sua fantasiosa interpretazione della legge. Lo informo allora che non uscirò a cercare alcun bancomat né me ne andrò senza pagare. Non mi lascia altra scelta che chiamare la Finanza per segnalare la cosa. Il titolare a quel punto se la ride con l’aria di chi è convinto di saperla lunga: Faccia pure. Tanto poi vinco il ricorso“.

“Dopo una mezz’ora abbondante arriva la Finanza, io pago la mia consumazione e lui se la cava con 30 euro di multa più il 4% del totale dello scontrino. Costo totale della multa: 30 euro e 23 centesimi. Un salasso proprio – fa notare ironicamente Tosa-. Nel frattempo, mentre a un tavolino in disparte i finanzieri compilano il verbale, almeno una dozzina di persone entrano, ordinano e pagano in contanti senza alzare un sopracciglio, rendendo quella sanzione poco più che solletico nella pacchia sua e nell’indifferenza generale. Esco soddisfatto di aver fatto la mia modestissima parte, sconcertato dalla ridicolezza delle sanzioni e rassegnato dall’idea che, se anche solo quattro o cinque persone al giorno si rifiutassero di piegarsi a questo bullismo contabile, al titolare passerebbe la voglia di ridere e cartelli del genere scomparirebbero in tempo zero. Dipende da noi, in fondo. Ed è questo il problema”.

Non è la prima volta che un bar genovese finisce sui social per vicende legate ai pagamenti elettronici. Lo scorso dicembre la giornalista Selvaggia Lucarelli – protagonista della cronaca ligure in queste ore per il caso virale dello scontrino a Finale Ligureaveva denunciato i cartelli “No bancomat” di Mangini, storico locale di piazza Corvetto che in realtà conduce da diversi anni una crociata contro il Pos.

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