Genova. Il boulevard alberato non sarà l’unica novità per viale Brigate Partigiane: il progetto del tunnel subportuale prevede infatti la creazione di una pista ciclabile analoga a quella di corso Italia, del tutto separata dalla carreggiata. Ma con una novità che non farà piacere agli automobilisti: l’eliminazione pressoché totale dei parcheggi nel tratto tra la Foce e l’incrocio con via Diaz, quello interessato dalla riqualificazione.
La novità è contenuta nell’elaborato di risposta alle osservazioni sul progetto definitivo nell’ambito della procedura regionale Paur. In questo documento Autostrade, replicando al un appunto dell’architetto Giovanni Battista Poggi sul futuro dei percorsi ciclopedonali interferiti dagli svincoli del tunnel, chiarisce che verrà realizzata una pista ciclabile “a doppio senso di marcia, larga 2,50 metri” che lascerà spazio a “due carreggiate, una per senso di marcia, adeguatamente separate da tutti gli altri percorsi”. Ovviamente sarà eliminata la corsia gialla riservata alle bici che sopravvive oggi in viale Brigate Partigiane sottraendo una corsia al traffico veicolare.

Come si evince dalla nota tecnica allegata, la pista ciclabile correrà in pratica sul marciapiede di levante (quello sul lato di via Cecchi) e sarà separata dalla strada carrabile da un filare di alberi “che, oltre a garantire la sicurezza dei ciclisti, permette di avere un percorso ombreggiato e senza interruzioni“. Trovandosi sulla copertura del Bisagno, i nuovi alberi dovranno essere piantati in un terrapieno alto quasi un metro sul livello stradale. Inoltre, si legge, “ogni attraversamento viabilistico pedonale e ciclabile verrà opportunamente segnalato e regolamentato nel rispetto dei criteri di accessibilità previsti dalle linee guida del Peba”.

Ma il risultato inevitabile di queste modifiche, stando alle evidenze del materiale pubblicato da Autostrade, sarà la perdita di decine e decine di posti auto, oggi ricavati sia lungo i marciapiedi sia lungo le aiuole spartitraffico, che sebbene fresche di rifacimento in stile anni ’70 nel progetto saranno sostituite da un filare di palme. La planimetria evidenzia solo 22 stalli nella parte a nord di viale Brigate Partigiane, mentre i parcheggi attuali – con una stima approssimativa – sono circa 180. Se si aggiunge che il park interrato sotto il futuro parco della Foce sarà dimensionato per 230 stalli – mentre oggi in piazzale Kennedy ci sono 280 parcheggi gratuiti – si deduce che il saldo sarà nettamente negativo per i residenti.

Dal punto di vista della circolazione stradale, infatti, il nuovo viale Brigate Partigiane presenterà due corsie in direzione mare, che diventeranno tre prima dell’immissione nel tunnel subportuale (due saranno dedicate alla svolta). All’unica corsia rimasta verso sud si aggiungeranno subito le due provenienti dal tunnel. In fondo non ci sarà più la rotatoria: restando a destra si proseguirà per il Waterfront e corso Marconi, le altre due corsie serviranno come “torna-indietro” per i veicoli in uscita dal tunnel diretti a Levante o in Valbisagno. In direzione monte, superata la svolta a sinistra per immettersi nel tunnel, si procederà di norma a due corsie (con la terza aggiunta solo per entrare e uscire da via Cecchi). Per mantenere questa configurazione e al tempo stesso la pista ciclabile e le alberature su entrambi i lati, è obbligatorio rinunciare ai parcheggi.

La pista ciclabile dovrà poi raccordarsi ai percorsi provenienti da Brignole, che oggi consistono in una serie di attraversamenti e passaggi su viabilità secondaria tra piazza della Vittoria e viale Brigata Bisagno, mentre sul lato sud dovrebbe bastare un attraversamento a raso per collegarsi all’asse corso Italia-corso Marconi che ambisce a proseguire all’interno del Waterfront e ancora oltre verso il Porto Antico. Ma al momento su questo non c’è nulla di definito.
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