Dati

Spiagge, in Liguria il mare è pulito: oltre il 91% delle acque è di qualità “eccellente”

I risultati del monitoraggio del Sistema nazionale di protezione dell'ambiente sugli ultimi quattro anni

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Genova. In Liguria il 91,4% delle acque marine costiere adibite alla balneazione, pari a 337,9 chilometri di litorale, risulta di qualità “eccellente”. Il 5,4% (corrispondenti a 19,9 chilometri) sono sono di qualità “buona”, l’1,1% (4,2 chilometri) “sufficiente” e infine l’1,6% (6,1 chilometri) “scarsa”.

Sono i risultati del monitoraggio del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente con analisi microbiologiche condotte nel corso di quattro anni (2019-2022). Sono più di 30mila i campionamenti effettuati nel 2022 nell’intero Paese – in gran parte dalle agenzie ambientali – per valutare la qualità delle acque di balneazione dal punto di vista sanitario.

A livello nazionale  risultano eccellenti circa 5.000 dei 5.300 chilometri di aree marine adibite alla balneazione, pari al 95,5% del totale. Il restante 2,7% è di qualità buona (144 chilometri), mentre la stessa percentuale pari allo 0,8% (43 chilometri) è rispettivamente in classe sufficiente e scarsa.

La qualità delle acque di balneazione marine è in generale di buon livello in tutte le regioni, con percentuali di costa “eccellente” che in ogni territorio superano l’85%, con punte superiori al 99% in due regioni (Puglia e Sardegna). I controlli riguardano anche laghi e (in pochi casi) fiumi, dove alcune regioni raggiungono il 100% di acque eccellenti. A livello europeo le acque italiane risultano migliori della media dei paesi Ue, sulla base dei dati elaborati dall’Agenzia europea dell’ambiente.

Il lavoro di controllo e monitoraggio condotto da Snpa – Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente – scaturisce dalla direttiva comunitaria 2006/7/CE, che stabilisce le regole della classificazione delle acque di balneazione nelle quattro classi di qualità (eccellente, buona, sufficiente e scarsa). I parametri microbiologici su cui si basa il monitoraggio sono le concentrazioni di Escherichia coli ed enterococchi intestinali, batteri ritenuti appunto indicatori di contaminazione fecale. Le percentuali riportate sono riferite al totale delle acque monitorate, escludendo dunque quelle non sottoposte al monitoraggio, ad esempio i tratti di mare che ospitano porti, servitù militari, aree protette. Per Lombardia e Sicilia – dove il monitoraggio è svolto dal sistema sanitario – i dati disponibili sono espressi solo in termini di numero di acque di balneazione e non di chilometri di costa come per le altre.

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