La storia

Una foto e un ricordo, uno scrittore spagnolo cerca tracce della sorella vissuta a Genova negli anni Settanta

Si chiamava Nela e morì a causa dell'eroina. Ad aiutare il fratello, oggi quarantenne la ricercatrice Vanessa Roghi

Generico luglio 2023

Genova. Di lei ha conservato una fotografia e qualche ricordo ma vuole saperne di più. Uno scrittore spagnolo, oggi quarantenne, sta cercando di ricostruire la vita della sorella, Nela, vissuta a Genova negli anni Settanta e morta qui per motivi legati alla dipendenza da eroina.

Attraverso i social e qualsiasi altro strumento sta cercando di risalire al personaggio che si vede, nella foto, con la sorella. Il giovane uomo con i baffi si chiama (o chiamava) Valerio, era molto legato a Nela e lo scrittore vorrebbe mettersi in contatto con lui.

Sullo sfondo dell’immagine e dei due amici quella che sembra essere una scogliera, e del verde lussureggiante, uno scampolo di mare bruciato come la foto – forse si trovano sulla passeggiata di Nervi? – e lo scrittore spera che quella scena accenda il ricordo in qualcuno.

A rilanciare questa necessità creativa è stata Vanessa Roghi, scrittrice, docente e ricercatrice toscana, autrice del libro “Piccola città. Una storia comune di eroina” (Laterza 2018). Questo giovane scrittore ha contattato dopo aver letto il libro – scrive Roghi su Facebook – e mi ha chiesto aiuto per ricostruire la sua storia familiare”.

“Tutto ruota intorno a sua sorella Nela. Morta nel 1978 per storie di eroina aveva vissuto a Genova. Se ne era andata dalla Spagna nel 1975 lasciando, fra gli altri, questo fratellino di 5 anni che oggi mi ha chiesto di dargli una mano a ricostruire la sua storia. Quello nella foto si chiama Valerio era molto vicino a sua sorella e gli piacerebbe saperne di più. Come spesso accade in questi casi le tracce sono esili fili. Mi aiutate ad aiutarlo?“, aggiunge precisando che la foto si colloca temporalmente in un periodo tra il 1975 e il 1978.

Chi avesse informazioni sulle persone ritratte nella foto può contattare Vanessa Roghi attraverso i canali social (Facebook) o scrivere alla nostra redazione. “Piccola città” è un libro che racconta proprio la storia di una generazione di tossicodipendenti partendo da un punto di vista personale.

«Guardate questa bambina. Questa bambina sono io. Ho un buffo cappello di lana colorato, lo so perché c’è un’altra foto a colori che me lo dice. Sto con M. Deve essere il 1977. Sono felice. La città per me è ancora una soltanto. Nessun muro la divide in due. Per ora. Dopo non sarà mai più così. Quando arrestano mio padre per spaccio di eroina ho 15 anni, frequento il ginnasio, nell’unico liceo classico di Grosseto. Un liceo di provincia, frequentato dai figli dei professionisti della città. Quando lo arrestano io non dico niente a scuola. Non trovo le parole per farlo, non credo di averle neanche cercate, è qualcosa che accade, e basta. Quando le cose accadono a me io non so come raccontarle. Per questo faccio la storica, racconto le cose che accadono agli altri, eppure questa di mio padre voglio raccontarla, così inizio a parlarne con gli altri, ma solo all’università, quando mi sento ormai protetta dalla distanza, ne parlo e ne parlo, e una giovane storica senza immaginazione si domanda se sono matta ad andare a dire in giro che mio padre si è fatto di eroina. Perché questa è una cosa che non si racconta. Non è neanche un fatto degno di storia. È una piccola storia ignobile.»

Vanessa Roghi ha insegnato Storia contemporanea all’Università Roma Tre, Storia e TV nella Facoltà di Lettere della Sapienza Università di Roma e studia storia della cultura. Per Laterza ha pubblicato La lettera sovversiva. Da don Milani a De Mauro, il potere delle parole (2017) e Piccola città. Una storia comune di eroina (2018).

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