Genova. I rimborsi agli assistiti delle Asl liguri che hanno subito un trapianto (o sono in attesa di subirlo) avverrà in base alla distanza chilometrica, a prescindere dalla provincia di residenza del paziente. Lo precede un emendamento presentato ieri dall’assessore alla Sanità Angelo Gratarola e approvato durante la seduta di bilancio in consiglio regionale.
Finora la legge prevedeva la corresponsione del rimborso da parte delle Asl ai pazienti e all’eventuale accompagnatore solo nei casi in cui la struttura sanitaria fosse ubicata in una provincia diversa da quella di residenza del paziente. Con la riformulazione della norma basterà una distanza superiore a 30 chilometri tra la residenza e la struttura sanitaria individuata per il trapianto.
La contraddizione era emersa in seguito a un’interrogazione presentata dal capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Balleari: “Fino a ieri un cittadino di Varazze distante 40 chilometri dal centro trapianti dell’ospedale San Martino di Genova riceveva il rimborso, contrariamente a chi arrivava da località come Rovegno (51 chilometri), Santo Stefano d’Aveto (75 chilometri), Sestri Levante o Rossiglione (46 chilometri). Queste persone, pur percorrendo una distanza maggiore, non avevano diritto al rimborso perché residenti nella stessa provincia in cui è ubicato il centro trapianti”, osserva il consigliere.
Ora saranno inclusi anche i residenti della provincia di Genova, purché distanti almeno 30 chilometri. “In questo modo – prosegue Balleari – si persegue l’obiettivo di rendere la norma più equa alla luce della conformazione del territorio regionale. Ringrazio l’assessore Gratarola, sempre sensibile all’ascolto e disponibile a migliorie dell’intero sistema sanitario ligure”.
Ultima frecciata alla vecchia giunta Burlando, rea, secondo il capogruppo di Fdi, di aver chiuso il centro trapianti del San Martino, riaperto poi nel 2021: “C’è chi ha depauperato la sanità e chi, invece, nonostante la coperta sia corta, mette in campo cuore e competenze per migliorarla”.
Tra le altre novità approvate in consiglio regionale, è previsto che le farmacie pubbliche e private convenzionate con il servizio sanitario regionale forniscano i servizi di cambio e revoca del medico di base. L’elenco dei registri regionali sanitari vengono integrati prevedendo i registri degli impianti protesici mammari, che è stato istituito a livello nazionale.
La Regione si adegua alla recente normativa nazionale che, relativamente all’accreditamento delle strutture sanitarie, ha introdotto il principio dell’evidenza pubblica nella selezione dei soggetti privati accreditati con cui concludere i contratti e sarà Alisa a definire i criteri di selezione dei soggetti privati accreditati. La giunta, inoltre, dovrà definire i tempi e i criteri di adeguamento da parte delle strutture già accreditate rispetto alle nuove misure introdotte.
Per contrastare la carenza di medici di medicina generale viene introdotta la possibilità per i medici iscritti ai corsi di formazione in medicina generale di avere già dal primo anno di corso, incarichi temporanei sino a mille assistiti in convenzione, elevabili a 1.200 nel secondo e terzo anno del percorso di formazione.