Alassio. Era passato anche da Varazze l’appello per ritrovare Paola Ferrari, scomparsa da Chiavari lo scorso 5 luglio. Il fratello Gianfranco, con la famiglia, la stavano cercando da giorni, ma senza esito, fino al lieto fine: la donna comasca è stata ritrovata ad Alassio.
La donna, 58 anni, era arrivata nella cittadina del levante genovese per qualche giorno di vacanza, poi ha fatto perdere le sue tracce, con le ricerche estese tra Liguria e Lombardia e per la quale si sono mobilitati anche trasmissioni nazionali come “Chi l’ha visto”.
Proprio a Varazze non sono mancate diverse segnalazioni in merito al possibile avvistamento della 58enne, dopo l’appello lanciato dai familiari che hanno diffuso una sua foto.
Oggi la notizia che si è fatta viva, sta bene e ha già riabbracciato il fratello che si è recato immediatamente ad Alassio: “La situazione, che portava a pensare al peggio, si è risolta felicemente. Paola, priva del cellulare funzionante, ha preso contatti facendosi aiutare in uno sportello turistico. Da lì sono stati presi subito contatti con la polizia e sono partito nell’immediato dalla mia abitazione di Schignano, accompagnato da mia moglie” racconta il fratello della donna.
“L’abbiamo trovata in buona salute e serena, pur rammaricata d’aver creato così ampio clamore. Giorni fa, a Chivari, dopo un non piacevole scambio coi propri familiari, si era sentita oppressa. La casualità del vecchio cellulare caduto in acqua quel giorno e già malfunzionante, unita ad una forte esigenza di stare da sola, l’ha spinta a fare uno stacco e iniziare un pellegrinaggio in santuari della vicina Francia, facendo il vuoto in se stessa per riempirlo con la preghiera. Ha così vissuto giorni di intensa serenità spirituale, ignara delle ricerche in corso in Liguria” aggiunge ancora Gianfranco.
“Questa esigenza molto forte di fare qualcosa per se le ha fatto rinviare di giorno in giorno l’avvertirmi che stava bene”.
“Se questa mancanza è quantomeno biasimabile, riconosco che non aveva alcun obbligo di rendere conto di personali scelte, soprattutto così profonde per trovare pace nel suo animo ferito. Ma è bene ciò che finisce bene ed è stato gioioso abbracciarsi fraternamente dopo tanti giorni di preoccupazioni e continui contatti in una catena di ricerca che si era attivata” conclude, ringraziando le forze dell’ordine e tutti coloro che si sono prodigati nelle ricerche.