Genova. “I vantaggi per le aree che ospiteranno il rigassificatore saranno significativi, lavori da fare ce ne saranno, quindi le opere compensative sono un pezzo importante della procedura”. A dirlo è il presidente della Liguria Giovanni Toti rispondendo ad alcune interrogazioni sul tema del rigassificatore in consiglio regionale.
“Non si tratterà di un deposito né di un impianto costiero ma di un impianto offshore, collocato a una distanza difficile da dire ma significativa – ha precisato Toti, nominato commissario straordinario dal Governo -. È un’opera non certo sperimentale, a bassissimo contenuto di rischio. A chi pensa che la transizione ecologica verso le rinnovabili escluda la necessità di un rigassificatore consiglio di studiare con maggiore attenzione il tema del rifornimento energetico del Paese. Le rinnovabili producono energie in alcune fasce della giornata, ma il turbogas resta un elemento di continuità fondamentale”.
Entro fine anno, ha confermato il governatore, si arriverà alla definizione del percorso, compresa la scelta del sito. Consulente strategico sarà il Rina che ha valutato anzitutto l’opzione Vado Ligure ma che studierà “tutte le alternative”, aveva spiegato a Genova24 il presidente Ugo Salerno. Una delle possibilità al vaglio è l’area davanti al porto petroli di Multedo, dove esistono già tubature sottomarine. Tra i vantaggi elencati da Toti anche possibili riduzioni tariffarie per le aree nei pressi dell’impianto.
“Da Toti risposte vaghe e nessun nuovo elemento su dove sarà collocato il rigassificatore in Liguria – accusa Roberto Arbobscello, consigliere del Pd -. Il presidente della Regione non può derubricare e archiviare l’argomento con la risposta: ‘l’impianto sarà al largo, ma non è ancora dato sapere quanto al largo, ed è presto per parlare di aree’. Non vorremmo che la giunta decida di parlarne quando ormai è troppo tardi e, come spesso avviene, tutto è già stato deciso, con i territori che subiscono le scelte. Una materia così delicata non può non essere condivisa e i cittadini non possono e non devono sapere quello che avviene solo a mezzo stampa, come spesso questa amministrazione è solita fare: la giunta deve confrontarsi con i territori e riferire i vari passaggi in consiglio e in commissione regionale per avviare un dialogo il più aperto possibile, per valutare al meglio tutte le considerazioni di impatto ambientale e il dove, come e quando sarà collocato. Un tema così sensibile non può essere derubricato a un articolo di stampa, ma deve essere prima discusso nelle sedi opportune”.
Per Paolo Ugolini del Movimento 5 Stelle “il presidente di Regione prosegue nella sua crociata a favore di un impianto di rigassificazione al largo dei porti di Genova o Vado. Dopo averne già avuto uno per oltre trent’anni nello spezzino, a Panigaglia (Portovenere), crediamo sia giunto il momento di andare oltre. Il gas al momento attuale non è strategico. Potrebbe semmai essere una fonte energetica utile per accompagnare la transizione verso le rinnovabili. Non è invece accettabile investire 30 milioni di euro l’anno su un rigassificatore quando la stessa cifra andrebbe spostata sulle comunità energetiche. Insediare un secondo rigassificatore in una regione come la nostra, piccola e a vocazione turistica, è a dir poco assurdo. Siamo a un passo da una svolta epocale. Ricordo che il 2050 e la neutralità climatica sono sempre più vicine e cosa vuole fare di contro Regione Liguria? Investire sulle fonti fossili. Inaccettabile anche dal punto di vista della strategia nazionale, orientata sulle fonti rinnovabili”.