Perplessità

Rigassificatore a Vado, nel savonese nessuno ancora conosce bene il progetto, domani incontro a Genova

In programma l'incontro tra Regione, Snam, sindacati e associazioni datoriali: la speranza è che venga presentato il tracciato nel dettaglio

Generico luglio 2023

Vado Ligure. “Per come è stato presentato sembra un’opportunità, ma prima dobbiamo conoscere il progetto”. È il leitmotiv di quasi tutte le reazioni, politiche e sindacali, dopo l’incontro di 5 giorni fa in Regione in cui Snam ha presentato ai sindaci la base progettuale del nuovo rigassificatore che, secondo il cronoprogramma, dovrebbe entrare in funzione nel 2026 a Vado Ligure. Un punto di vista condiviso anche dalle realtà produttive: da un lato l’interesse per un’opera strategica e – almeno stando alle prime anticipazioni – poco impattante per il territorio, dall’altro lato la perplessità dovuta al fatto di non conoscere ancora molto – anzi, quasi nulla – del progetto vero e proprio.

La speranza è che venga illustrato un po’ più nel dettaglio domani pomeriggio, durante l’incontro in programma a Genova tra Snam, Regione Liguria, sindacati e associazioni datoriali. Unione Industriali, dal canto suo, si era già pronunciata il 18 luglio, dopo il primissimo annuncio, parlando di “una occasione di sviluppo”. Un’opinione che il presidente Angelo Berlangieri ribadisce, ma con una condizione forte: “Che il rigassificatore abbia una utilità strategica a livello nazionale è evidente, dato che mentre si lavora alla transizione verso le fonti rinnovabili bisogna comunque approvvigionarsi. L’idea di collocarlo qui riconferma quindi la strategicità del nostro territorio per il Paese. E’ evidente che però allora le infrastrutture e le opere di cui abbiamo bisogno vanno realizzate: o siamo strategici o non lo siamo“.

L’assunto di partenza, naturalmente, è che “l’impianto sia come quello che ci è stato descritto, con la nave a 4 km di distanza dalla costa e uno scarso impatto a terra grazie al riutilizzo delle tubature esistenti di Tirreno Power. Prima di giudicare, però, abbiamo necessità di vedere il tracciato nel dettaglio“.

TIRRENO POWER: “I nostri tubi? Non sappiamo di quali si parla”

Il problema, però, è che anche chi quel tracciato “dovrebbe” conoscerlo, ossia Tirreno Power, al momento non ne sa nulla. “Noi non conosciamo il progetto che è stato presentato, abbiamo letto le notizie dalla stampa – spiega Enrico Erulo, direttore Corporate Affairs – Quando si parla di ‘tubature già esistenti’, per noi non è chiaro di cosa si sta parlando… Abbiamo diverse tipologie di tubazioni che possono sicuramente essere messe a servizio di un progetto di questo. Tubature del gas, tubature dell’acqua di raffreddamento che finiscono in mare. Ma non conoscendo ancora il progetto, facciamo fatica a capire a quali tubature ci si riferisca nel dettaglio”.

Stesso discorso per Vernazza Autogru, che si trova su parte delle aree presumibilmente interessate dal gasdotto: “A noi non hanno comunicato nulla e non conosciamo il tracciato – spiega l’amministratore delegato Diego VernazzaAbbiamo letto le notizie dai giornali come un qualsiasi cittadino, ma di fatto un tavolo a cui sederci non lo abbiamo mai avuto. Non abbiamo nulla contro l’opera, anzi ne comprendiamo la rilevanza, ma sarebbe carino essere coinvolti per poter capire se il nostro contributo può essere di supporto per la realizzazione del gasdotto”.

Al netto delle perplessità sull’iter, entrambe le aziende si dicono comunque pronte a collaborare. “Riteniamo sia un’opera fondamentale per il Paese e siamo quindi pronti a partecipare utilizzando le nostre infrastrutture già esistenti in modo da minimizzare l’impatto sul territorio – conferma Erulo – Questo approccio è in linea con la nostra filosofia di economia circolare. Noi possediamo aree estese che vanno dal mare fino al metanodotto, spazi industriali che possiamo mettere a disposizione evitando il consumo di terreno pregiato. Ma non conoscendo il progetto, per ora non possiamo sapere come contribuire. Speriamo che il percorso venga reso pubblico nell’incontro di domani, solo così potremo fare valutazioni più precise”.

VERNAZZA E INDUSTRIALI: “Si facciano lavorare aziende locali”

La speranza, ovviamente, è quella che la realizzazione di un’opera di tale portata porti lavoro alle aziende savonesi: “Visto che si farà un’opera dove sicuramente serviranno uomini e macchinari – commenta Vernazza – sarebbe auspicabile che ci si rivolga a realtà locali, visto che sul territorio ci sono già le risorse, senza ritrovarci a veder lavorare qui aziende dal resto del mondo”. Un punto di vista condiviso da Berlangieri: “Dal punto di vista produttivo ci aspettiamo delle ricadute sul territorio, con un coinvolgimento diretto delle industrie locali nella fase di costruzione e poi di manutenzione dell’impianto. Ma, ripeto ancora una volta, prima di tutto abbiamo la necessità di conoscere il tracciato“.

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