Genova. Quando il Dicca (Dipartimento di ingegneria civile, chimica e ambientale) dell’Università di Genova nel novembre 2017 ricevette da Aspi la richiesta di una consulenza sul progetto di retrofitting delle pile 9 e 10, il responsabile del Dicca Giovanni Solari decise di escludere dal gruppo di lavoro Antonio Brencich, ingegnere strutturista e docente dell’università di Genova proprio presso il Dicca. All’inizio l’idea era stato di coinvolgerlo in quanto probabilmente era il massimo esperto in ponti di tutto il dipartimento, ma ci furono due elementi a far cambiare idea a Solari. Il primo è che da lì a poco – prima che venisse formalizzato l’accordo di consulenza – Brencich sarebbe stato chiamato come relatore proprio sul progetto di retrofitting dal Cta, il comitato tecnico amministrativo del ministero che doveva dare un parere, obbligatorio ma non vincolante, sul progetto. In secondo luogo a causa dell’intervista che Brencich aveva rilasciato un anno prima.
Di questo aveva già parlato in aula la docente del Dicca Maria Pia Repetto, che di quel gruppo di lavoro faceva parte, e oggi la scelta di Solari (il coordinatore del Dicca è deceduto due anni fa) è stata spiegata anche dal professor Giorgio Roth: “Solari escluse Brencich per la sua partecipazione al Cta – ha spiegato – ma anche perché si era pronunciato pubblicamente rispetto al ponte Morandi dicendo che sarebbe stato meglio demolirlo a causa degli elevati costi di manutenzione”. Roth affrontò la questione con Solari: “Ero d’accordo con lui circa l’esclusione di Brencich per le ragioni che aveva esposto lui” ha aggiunto su domanda del pm Marco Airoldi.
Brencich in quell’intervista non aveva parlato di un pericolo per la sicurezza ma aveva sottolineato la velocità con cui la corrosione, a causa di un difetto di progettazione, ammalorava il ponte e spiegato che “a un certo punto quando i costi di manutenzione supereranno quelli di ricostruzione andrà sostituito (ndr). (A questo link le ragioni per cui Antonio Brencich e gli altri membri del Cta sono imputati nel processo per il crollo del viadotto)
Roth ha parlato anche del contratto Dicca-Aspi: “Non conoscevo in dettaglio il progetto perché io sono un ingegnere ambientale e mi occupo di acqua e non di costruzioni ma ricordo che Solari era preoccupato di certe versioni iniziali di questo contratto che sembravano prefigurare una sorta di validazione da parte dell’Università del progetto mentre l’Ateneo quando viene chiamato a offrire consulenze sta sempre attento a non sovrapporsi ai professionisti o a chi ha compiti istituzionali”. Circa il contenuto della consulenza, come hanno spiegato con maggiore compiutezza altri testi direttamente coinvolti nel gruppo di lavoro, anche Roth ha spiegato che “nella discussione originaria l’attività di consulenza era molto più vasta e comprendeva anche un supporto nella realizzazione dei lavori mentre nel contratto questa parte non c’era”.
Oggi in aula oltre all’ex ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro che predispose la convenzione unica tra Aspi e Anas del 2007, è stato sentito anche Maurizio Rossi, editore di Primocanale, che come senatore di Scelta Civica presentò alcune interrogazioni parlamentari per stimolare la realizzazione della Gronda autostradale. Nelle interrogazioni, che puntavano soprattutto sull’isolamento della Liguria e sul traffico che passava tutto sul viadotto, Rossi aveva accennato anche alla questione sicurezza del Morandi ( aveva parlato del “grave problema del ponte Morandi che attraversa la città e di cui non si conosce la sicurezza da tempo”), oggi per sostenere che l’allarme sicurezza era giustificato ha elencato una lunga serie di interviste da parte dei giornalisti della sua emittente televisiva in cui gli interlocutori, pongo il problema della sicurezza del viadotto, della sua ‘durata’ e del sovraccarico di traffico. Gli articoli sono stati acquisiti nel processo.
“Non ho mai pensato che sarebbe crollato il Morandi – ha poi precisato – ho pensato che prima o poi sarebbe stato chiuso ai mezzi pesanti e ci saremmo trovati nel caos”. Alle interrogazioni di Rossi il ministro Delrio non diede mai alcuna risposta (come Genova24 ha spiegato qui).