Genova. Problemi di risorse, dipendenti a tempo determinato non rinnovati e cause di lavoro tutt’ora corso. E’ questa la situazione in cui lavoravano a Genova i tecnici del Mit inseriti dell’ Unità ispettiva territoriale. Quella con sede a Genova fra l’altro aveva come ambito di vigilanza ben 1.600 chilometri di autostrade, gestite da diverse concessionarie.
A spiegarlo questa mattina in aula nel processo per il crollo del ponte Morandi è stato Andrea Bertagni,che dal 2016 della Uit è stato anche il coordinatore: “Ma io mi sono sempre occupato solo di nuove opere” ha precisato in aula. Tra i 58 indagati per il crollo del ponte c’è invece il suo ex dirigente Carmine Testa.
Per l’accusa il ministero non avrebbe mai vigilato sulla manutenzione da parte del concessionario. E se ieri il super dirigente Morisco ha detto in sostanza che le ispezioni spettavano alle Uit, oggi Bertagni ha detto il contrario. O meglio: “Noi ci occupavano di tante cose, dalla pavimentazione per vedere se c’erano buche alle barriere di protezione, dalla segnaletica orizzontale all’illuminazione. Andavano anche a vedere le piazzole di sosta per verificare le condizioni dei bagni, le reti di recinzione e l’altezza dell’erba a bordo carreggiata”.
I compiti erano indicati anche negli appositi verbali da spuntare. Come facevano i controlli le Uit? “Andavano con la macchina di servizio e la telecamera fissata sul tetto, alla velocità minima consentita per la sicurezza visto che il tratto autostradale resta aperto durante le ispezioni”. Le ispezioni “dovevamo farle in due ma spesso c’era un solo tecnico e quindi andava da solo”.
Ma le verifiche strutturali sulle opere? “Non competevano a noi” ha spiegato chiarendo che “è vero che non c’è scritto cosa non dovevamo fare ma le circolari spiegavano invece quello che dovevamo fare e la vigilanza strutturale non era tra i nostri compiti”. Compiti che spettavano invece, secondo il teste alla struttura centrale del ministero “ma come facevano i controlli io non lo so, so che non avevamo nemmeno i report trimestrali dalle concessionarie, come mi è capitato di capire quando abbiamo dovuto seguire il provvedimento di scadenza concessione sulla A12. In quel caso chiedemmo istruzioni al nostro dirigente Testa che aveva chiesto a Roma come procedere e ci disse che quel tipo di controlli non era competenza del nostro ufficio”.