Braccio di ferro

Parco di Portofino, la Regione tira dritto sui confini: confermata la proposta limitata a tre comuni

Garibaldi (Pd): "È la prima ipotesi di 'parco sovranista', ci possono stare solo quelli che ci sono già". L'assessore Piana: "Inammissibili strumentalizzazioni"

Parco Portofino

Genova. La Regione non cambia idea sul Parco Nazionale di Portofino e conferma la proposta di perimetrazione limitata ai tre comuni che attualmente ne fanno già parte: Camogli, Portofino e Santa Margherita Ligure, con incorporazione dell’area marina protetta che ad oggi è gestita da un ente separato. È quanto è emerso oggi in consiglio regionale a seguito dell’interrogazione presentata dal capogruppo del Pd Luca Garibaldi.

L’amministrazione regionale, come ha riferito l’assessore ai Parchi e vicepresidente Alessandro Piana, “ha aggiornato la proposta di perimetrazione già inviata al ministero nel febbraio 2022. Nello specifico, la proposta aggiornata di perimetrazione terrestre del Parco Nazionale nel Comune di Santa Margherita Ligure ricalca la perimetrazione dell’attuale Parco naturale regionale, e l’area marina protetta non prevede ampliamenti, vista l’ottimale configurazione attuale, ai fini gestionali, di tutela e di controllo, evidenziata in proposito dal comando generale delle Capitanerie di porto”. La proposta aggiornata è stata trasmessa al ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin lo scorso 17 maggio.

“Il Parco di Portofino per la giunta Toti si ferma a tre Comuni: Portofino, Camogli e Santa Margherita, esclusi i comuni di Zoagli, Rapallo, Coreglia e anche l’area di Chiavari che ne avrebbe voluto fare parte. La proposta della Regione è la prima ipotesi di parco sovranista, in cui ci possono stare solo quelli che ci sono già, e che arretra rispetto alle prospettive e alle potenzialità del territorio – attacca Garibaldi -. La giunta non ha risposto alla richiesta di molti Comuni, dimostrando che il tanto sbandierato ascolto dei territori vale solo quando non si stravolgono i piani. Diversamente, non ha importanza. Una scelta fra l’altro che è già stata comunicata al ministero, ma che non è mai stata condivisa con i territori e con gli 11 Comuni che fanno parte del Comitato provvisorio del Parco Nazionale. Alla fine ci ritroviamo di fronte a una proposta penalizzante per il territorio e fatta di nascosto”, conclude il capogruppo Pd.

“Il parco di Portofino sta diventando una questione di bandiera. Inammissibile per la tutela di un’area di protetta che salvaguardi le esigenze del territorio, attualmente declassata a continuo risiko tra partiti – è la replica dell’assessore Piana -. In risposta al consigliere Garibaldi in Consiglio regionale evidenziamo che l’interlocuzione con il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica non si è mai interrotta per definire la perimetrazione definitiva del Parco Nazionale, utile anche al superamento dei contenziosi. Tutte le azioni hanno seguito la massima trasparenza, per cui stupiscono alcune labirintiche affermazioni. Per raggiungere l’intesa ai fini della perimetrazione definitiva del Parco la proposta aggiornata è stata trasmessa dalla Regione al ministro e al sottosegretario il 17 maggio ed evidenzia una configurazione adeguata ai fini gestionali, di tutela e di controllo. Non risulta che sia prevista un’estensione minima per l’istituzione dei parchi nazionali, è invece prioritario evitare di diluire le risorse pubbliche su superfici che comprendano aree fortemente urbanizzate, così come segnalatoci dai soggetti coinvolti”.

La battaglia sui confini va avanti dal 2021, quando il Consiglio di Stato, accogliendo il ricorso degli Amici del monte di Portofino, ha imposto l’istituzione del Parco Nazionale con una perimetrazione provvisoria estesa a 11 comuni basata su una proposta dell’Ispra. Da allora è in corso un braccio di ferro nei tribunali amministrativi che vede coinvolta la Regione con l’obiettivo di conservare il più possibile l’attuale perimetrazione senza estendere i vincoli.

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