La lettera

Ossa ritrovate a Casella, le figlie di Maria Imparato chiedono un incontro al procuratore di Genova: “Le analisi sui resti potrebbero mettere un primo punto fermo dopo 28 anni”

Daniela e Sabrina Roccu chiedono aggiornamenti sulle analisi del Ris: "La mancanza di certezze non fa vivere bene. Se i poveri resti appartenessero a nostra madre le nostre energie si potrebbero concentrare sul capire il perché".

corsia pronto soccorso

Genova. Hanno inviato una lettera al procuratore di Genova Nicola Piacente per chiedere un incontro, raccontare la loro storia di due allora ragazzine che 28 anni fa hanno visto scomparire la loro madre senza averne più notizia. E le indagini, aperte e poi frettolosamente chiuse perché incentrate esclusivamente sull’ipotesi di un allontanamento volontario, non hanno consentito di arrivare alla verità. Oggi, che Sabrina e Daniela Roccu sono donne adulte e il loro papà Raffaele ha compiuto 80 anni, qualcosa però potrebbe essere cambiato: il ritrovamento di alcune ossa a Casella e in particolare una mandibola umana che presenta una capsula dentaria corrispondente al punto dove Maria Imparato avrebbe subito un intervento odontoiatrico, hanno dato alla sua famiglia un barlume di speranza, per quanto dolorosa, circa la possibilità di mettere almeno fine a un’incertezza durata per così lunghi anni.

La lettera

“Da quando abbiamo saputo che sarà il Ris di Parma ad analizzare la mandibola e le ossa rinvenute nel febbraio del 2023, non ci è più concesso sapere nulla – scrivono Sabrina e Daniela nella mail inviata via pec alla Procura – Sappiamo solo che il 4 aprile i carabinieri sono andati dal Comando Municipale di Casella per prendere la mandibola da analizzare”. “Non scriveremo qua del dolore e della fatica nel cercare la verità – aggiungono – ma confidiamo in un celere aggiornamento sulle analisi di quei poveri resti che potrebbero appartenere a nostra madre. Se così dovesse essere, sarà un punto dolorosissimo, ma fermo, di cui ormai siamo convinti, ma non certi, e la mancanza di certezze non fa vivere bene. Successivamente le nostre energie si potrebbero concentrare sul capire il perché. Se la mandibola fosse accertato non dovesse appartenere a mamma, noi non smetteremo comunque di cercare la verità confidando nell’aiuto dello Stato”.

Scomparsa senza un perché

Maria viveva proprio a Casella quando è scomparsa nel nulla 28 anni fa a circa 500 metri in linea d’aria dal luogo del ritrovamento. Era il giorno di San Valentino, il 14 febbraio 1995, quando Maria Imparato è uscita di casa in pelliccia e in pantofole, senza nemmeno chiudere la porta a chiave, come se qualcuno l’avesse chiamata all’improvviso magari citofonando al portone e lei fosse scesa mettendosi la pelliccia addosso ma senza pensare di dover stare via molto.  Invece Maria Imparato, che all’epoca aveva 49 anni, non ha mai fatto ritorno. A Casella Maria era andata a vivere da poco. Dopo un momento di crisi matrimoniale era tornata a vivere con il marito Raffaele e le figlie Daniela e Sabrina e proprio per lasciarsi tutto alle spalle dalla Castagna si erano trasferiti a Casella. (in questo articolo di qualche anno fa Genova24 aveva raccontato in dettaglio la storia di Maria Imparato e della sua famiglia). Ma quella mattina è scomparsa nel nulla. Forse ha incontrato un uomo? Maria aveva avuto delle storie in passato, forse qualcuno è andata a trovarla proprio il giorno di San Valentino? E poi cosa è successo? Una lite, un diverbio? Maria è stata uccisa da qualcuno? E’ questo il sospetto che da anni attanaglia la sua famiglia, senza però poter avere alcuna certezza.

I ritrovamenti

Lo scorso agosto sul greto dello Scrivia a Casella era stata ritrovata una mandibola, certamente umana in quanto presenta una capsula dentaria, poi a febbraio altre ossa erano state trovate nella stessa zona da parte del giornalista della trasmissione Chi l’ha visto, inviato a Casella proprio per ritornare sul tema del precedente ritrovamento.
La Procura di Genova ha deciso di riunire in un unico fascicolo entrambi i ritrovamenti e di inviare le ossa al Ris di Parma perché fossero esaminate. Il sostituto procuratore Valentina Grosso ha aperto un fascicolo per “istigazione al suicidio”, un’ipotesi di reato scelta per poter effettuare gli accertamenti. Il Ris dovrà in primo luogo stabilire se si tratti di ossa umane e nel caso se appartengano a un uomo o a una donna. E se si tratterà di ossa umane la Procura dovrà chiedere al Ris di estrarre il Dna. Ma da allora alla famiglia di Maria Imparato (così come alle famiglie di Giovanni Trucco, e Riccardo Lorenzelli, entrambi scomparsi da oltre quindici anni e che avrebbero a loro volta avuto una capsula simile) da allora non è stato dato alcun aggiornamento.

 

Le ultime indagini

Le ultime e accurate indagini sulla scomparsa di Maria Imparato, erano state svolte un paio di anni fa dal commissariato di Sestri ponente, a cui le donne si erano rivolte ma, spiegano Sabrina e Daniela nella lettera al procuratore “sono state archiviate prima di poter valutare l’opportunità di ulteriori interviste a persone che avrebbero potuto dare elementi importanti”.

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