Genova. Il tam tam sui social è partito già da un paio di giorni ma adesso la protesta virtuale contro l’ultima ordinanza anti alcol del Comune di Genova si trasforma in un atto concreto, anzi due.
Genova Che Osa ha lanciato una petizione su internet “per chiedere che sia ritirata l’ordinanza di Buccia”. Sì perché come noto il nuovo regolamento – fino al 30 settembre – vieta la vendita d’asporto di bevande alcoliche dalle 21 alle 6 in tutta la città e anche il consumo o la detenzione all’aperto, tranne che nei dehors autorizzati, dalle 16 alle 8 del giorno dopo.
“Con l’ordinanza di Bucci diventa illegale bersi una birra in spiaggia al tramonto. È una misura proibizionista senza senso, che favorisce solo le attività commerciali che hanno dehors”, dicono i ragazzi di Genova Che Osa, che lanciano anche un’altra iniziativa, insieme alle associazioni Supernova e GenP, Comunità di San Benedetto al Porto e alla realtà social Genowa.
Free Luppols, questo il nome scelto, avrà luogo in piazza De Ferrari, venerdì 7 luglio, a partire dalle 18.30. Gli attivisti invitano i genovesi che non siano d’accordo con l’applicazione dell’ordinanza dell’amministrazione di centrodestra a presentarsi con la propria borraccia. Solo sul posto si capirà il senso della manifestazione. Paradossalmente potrebbe trasformarsi anche in un’azione di disturbo innocua nei confronti della polizia locale, se gli agenti dovessero controllare il contenuto delle borracce, anche se riempite di sostanze non alcoliche.
L’obbiettivo è quello di “rivendicare il diritto a vivere lo spazio pubblico” si legge nel volantino che sta circolando in queste ore. Concetto espresso anche dalla consigliera regionale Selena Candia (Lista Sansa).
“Il proibizionismo della Giunta Bucci non è la soluzione per i problemi causati dall’eccessivo consumo di alcol in alcune zone della città. Penalizzare tutti senza prevedere alternative né forme di ascolto, formazione e informazione è una strategia miope da parte di un’amministrazione che vuole usare solo la repressione come soluzione”, dice.
“Con questa svolta proibizionista non si colpisce il consumo di alcol, visto che sarà ancora permesso bersi 8 gin tonic al bar – fa notare Candia -. verranno penalizzate tutte le persone meno abbienti che non possono permettersi cocktail nei bar da 10 euro o birre medie da 7, e anche tutte quelle persone che d’estate hanno semplicemente voglia di prendere una pizza in spiaggia con birra al tramonto”.
Per Selena Candia il fulcro del problema è demandare un tema sociale importante come l’abuso e la dipendenza da alcol agli agenti della polizia locale. “Il problema dell’alcol non si risolve in un giorno e tanto meno a colpi di ordinanze proibizioniste – sottolinea Selena Candia – servono progetti sul medio e lungo periodo e soprattutto delle alternative, che presenteremo in consiglio comunale grazie alla consigliera rossoverde Francesca Ghio”.
“Pensiamo ad esempio alle unità di strada (furgoni con personale specializzato in grado di fare alcol test, drug checking, informazione e prevenzione) che dovrebbero essere previste in tutti i 9 Municipi e non con una sola unità per tutta Genova com’è adesso – aggiunge la consigliera regionale -. Sono necessarie anche misure per incentivare l’utilizzo di bicchieri riutilizzabili e per favorire il vuoto a rendere del vetro come avviene già da trent’anni in diversi Paesi del Nord Europa”.