Cosa aspettarci

Le previsioni della Regione: Pil in crescita fino al 2026, boom delle costruzioni grazie al Pnrr

Le stime del documento di economia e finanza: nel quadriennio economia in crescita del 6,2%, per l'occupazione +3%. Ma restano incertezze per la finanza pubblica e per la sanità

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Genova. La crescita del Pil in Liguria sarà dell’1,5% nel 2023, toccherà l’1,6% nel 2024 e 2025 e continuerà a salire nel 2026 con una stima dell’1,4% grazie soprattutto agli investimenti del Pnrr. È la previsione contenuta nel documento di economia e finanza regionale 2024-2026, in questi giorni al vaglio della competente commissione prima di passare all’esame del Consiglio regionale nella seduta dedicata all’assestamento del bilancio previsionale per il triennio 2023-2025.

Per la prima volta la stima previsionale proposta nel documento è quella formulata dal modello econometrico del Pil regionale realizzato ad hoc per la Liguria in collaborazione con gli esperti dell’Università di Genova. Secondo questo schema, a crescere non saranno solo il prodotto interno lordo ma anche la spesa per i consumi (+0,3% nel 2023 con un picco di +0,7% nel 2024), le importazioni nette (+16,8% nel 2023, +18,1% nel 2024, poi in calo fino al -2,5% previsto nel 2026) e l’occupazione dipendente (+0,8% quest’anno, +0,5% l’anno prossimo, +1% nel 2025, +0,8% nel 2026).

Secondo l’analisi del Defr, “lo scenario è inoltre caratterizzato da aspettative sui livelli di fiducia di cittadini e imprese in graduale e costante rialzo fino al 2026” poiché “si tiene conto parallelamente dei corposi investimenti pubblici relativi agli stanziamenti del Pnrr. Il sentiero di crescita stimato nel periodo di riferimento considera infatti l’ipotesi di attuazione del Pnrr nella Regione secondo i cronoprogrammi di spesa e le informazioni ad oggi disponibili nelle more degli accordi di revisione e rimodulazione del piano nazionale tra Governo centrale e Commissione europea”.

Ma non solo: oltre al Pnrr si prevede un “impatto straordinario di risorse pubbliche destinate al territorio” legato anche ai fondi comunitari e al fondo di sviluppo e coesione per un aumento di Pil cumulato nel quadriennio 2023-2026 pari al 6,2% rispetto al 2022, con una crescita dell’occupazione pari al 3%“. Senza la spesa pubblica correlata al Pnrr, “la Liguria crescerebbe di circa l’1% in meno tra il 2023 e il 2026”.

Il documento scende poi nel dettaglio dei singoli settori economici. Il maggiore “livello di attivazione” in termini di output, valore aggiunto e unità di lavoro si avrà sulle costruzioni (3,11) che “si confermano un settore chiave per l’economia regionale”. A seguire ci sono i servizi di informazione e comunicazione (1,91) e dalle industrie manifatturiere (1,83).

Per quanto riguarda invece la finanza pubblica regionale, “l’attuale scenario macroeconomico continua a essere connotato da un certo grado di incertezza poiché, nonostante negli ultimi tempi la morsa della pandemia e del caro energia si è allentata, la guerra in Ucraina non conosce tregua e le tensioni geopolitiche restano elevate”. Il 2022 si chiuderà con un disavanzo di quasi 35 milioni per la sanità regionale. Le risorse di sistema sono stimate in 3 miliardi e 687 milioni nel 2023 per salire a circa 3,77 miliardi negli anni successivi, a fronte di costi che nell’anno scorso hanno superato i 4 miliardi.

Per quanto riguarda l’impatto sulla Liguria della manovra di bilancio 2023, “dall’analisi effettuata è emerso che la quota regionale degli impieghi e delle coperture rappresenta il 2,6% del dato nazionale, allineandosi al peso della popolazione ligure sul totale. Per quanto riguarda l’indebitamento netto il peso sale al 2,7% e in termini pro-capite si ottiene un valore di 457,9 euro a cittadino”. Il taglio del cuneo fiscale interessa in Liguria “circa il 40% dei nuclei familiari e complessivamente va in quota maggiore a vantaggio dei lavoratori appartenenti ai quinti di reddito familiare medio-alti. Tuttavia, l’incidenza della misura sul reddito disponibile familiare è maggiore per i nuclei meno abbienti“.

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