Dal gip

Infortunio mortale alla Sigemi, i famigliari di Carlo Manca ottengono l’acquisizione di un nuovo video: riaperte le indagini

Il pm Arianna Ciavattini aveva chiesto l'archiviazione non rilevando nessun errore umano. Il giudice però ha accolto l'istanza disponendo un supplemento di indagine

Incidente mortale sul lavoro a San Quirico, operaio schiacciato da un tubo

Genova. Il gip di Genova ha disposto un supplemento di indagine sulla morte di di Carlo Manca, l’operaio di 48 anni originario della Sardegna, morto il 10 novembre del 2021 deceduto mentre stava effettuando un intervento all’interno dello stabilimento Sigemi, azienda di stoccaggio di olii minerali con sede a San Quirico in Valpolcevera.

Manca era dipendente della ditta Cosmin che ha sede a Capoterra in provincia di Cagliari, dove l’operaio viveva. Il 48enne trasfertista era morto dopo essere stato schiacciato da alcuni tubi. Aveva il casco, ma colpito alla testa era comunque deceduto sul colpo.

Le indagini prima coordinate dal pm Stefano Puppo e poi dalla collega Ariana Ciavattini, erano state condotte dalla Asl che, nella relazione conclusiva inviata alla Procura ha escluso la responsabilità di terzi. I tecnici della As3 non hanno rilevato alcuna irregolarità nel cantiere. L’operaio era adeguatamente formato dalla sua azienda e nessuna responsabilità avrebbe avuto il datore di lavoro o il capocantiere. Secondo la Asl potrebbe essere stato il vento, che quel giorno soffiava molto forte, a smuovere la braga dei tubi che si trovavano a un altezza di circa un metro.

Sul luogo dell’infortunio mortale era stato trovato fra l’altro un pacchetto di sigarette e gli investigato non escludono che l’operaio si fosse chinato a riprendere proprio nel momento in cui i tubi sono crollati. Una tragica fatalità quindi, da cui la richiesta di archiviazione.

I famigliari di Manca però, che ha lasciato una moglie e due figlie, avevano presentato opposizione alla richiesta e il gip pur accogliendo solo una delle richieste di integrazione di indagini sollecitate dall’avvocato, ha disposto l’acquisizione di un video pubblicato in rete che conterrebbe per loro elementi importati. Il pm Ciavattini ha quindi delegato ancora una volta la Asl3 all’acquisizione e all’analisi del video che riprendere momenti successivi all’infortunio mortale. Al termine di questi nuovi accertamenti il pm dovrà nuovamente decidere se ribadire la richiesta di archiviazione o valutare eventuali responsabilità.

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