Grandi opere

Gronda, nel nuovo progetto anche sensori e tecnologie 5G. Rixi: “Cantieri sì, ma non tutti insieme”

Per aggiornare il progetto coinvolta anche l'Università. Manca ancora l'ok del Consiglio superiore dei lavori pubblici, il viceministro: "Speriamo di avere le approvazioni a cavallo dell'estate"

Generico luglio 2023

Genova. Sensori satellitari per programmare le manutenzioni, sistemi basati sulla tecnologia 5G per predire i flussi di traffico, misure di efficientamento energetico. Sarà una Gronda “intelligente” quella che Autostrade sta disegnando insieme agli ingegneri dell’Università di Genova. Un progetto da aggiornare, perché per anni è rimasta bloccato e ha bisogno di essere adeguato ai tempi. Lo ha ribadito ieri ad Arenzano il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, lo ha confermato oggi il viceministro genovese Edoardo Rixi. Che suggerisce cautela anche su un altro aspetto: il rischio che troppi cantieri aperti insieme possano bloccare la mobilità di un’area già critica.

“È un lavoro che stiamo facendo da mesi – spiega Rixi -. Vogliamo che le nuove infrastrutture siano smart e digitali. Siccome si parla di un progetto rimasto fermo dieci anni a Roma, bisogna fare in modo che, mentre si danno le autorizzazioni, questo progetto sia traghettato nella modernità. In tutta Italia stiamo mettendo migliaia di sensori su viadotti e gallerie perché dobbiamo arrivare prima che la situazione diventi rischiosa”.

E proprio su questi temi – adeguamento alle nuove normative infrastrutturali e innovazione – sono stati coinvolti gli esperti dell’Università di Genova: “Il tracciato fu scelto con dibattito pubblico anni fa, ma da lì bisogna riuscire a creare un’infrastruttura moderna che abbia elementi di efficientamento energetico e sensoristica. Perché l’Università? Perché ci sono proposte condivisibili che vengono dall’azienda ma abbiamo bisogno di coinvolgere soggetti esterni per arrivare a una certificazione pubblica. L’infrastruttura rimarrà per sempre, le cose vanno fatte bene, non al risparmio, ma investendo sul futuro”.

La tempistica non dovrebbe cambiare. “Spero che a cavallo dell’estate arriveremo alle varie approvazioni“, chiosa oggi Rixi. Previsioni che rispecchiano quelle di fine maggio. Ad oggi i lavori in corso sono quelli del lotto zero, propedeutici agli scavi veri e propri: pulizia, disboscamento, opere idrauliche minori, allestimento dei cantieri e del campo base in area ex Colisa. Nelle prossime settimane partiranno anche demolizioni di edifici già espropriati. Il primo lotto potrà partire a valle del via libera del Consiglio superiore dei lavori pubblici al quale seguirà la firma definitiva del ministero delle Infrastrutture. “Il progetto inizialmente nel 2015-2016 non prevedeva il passaggio dal Consiglio superiore. Abbiamo voluto creare un percorso autorizzativo che lo coinvolgesse perché abbiamo la necessità di fare in modo che tutte le opere abbiano una certificazione pubblica”, prosegue il viceministro.

Poi c’è un altro tema, quello della sovrapposizione tra grandi opere. “Il problema che abbiamo è che le cantierizzazioni non parlavano tra loro: oggi abbiamo la diga, il tunnel subportuale, il terzo valico, la Gronda. Faccio un esempio: i materiali di scavo della Gronda non devono andare in Pianura Padana per poi importare magari altri 7-8 milioni di metri cubi per riportarli a Genova. Usare buonsenso e sinergia tra i diversi cantieri ridurrà il traffico e l’impatto sulla città, altrimenti generiamo chilometri di code e disagi per la gente. Se abbiamo iniziato il tunnel subportuale aspettiamo un po’ di tempo per iniziare qualcos’altro, altrimenti andiamo in difficoltà su una viabilità già deficitaria che non deve peggiorare. Se i disagi superano una certa soglia, in automatico bloccano l’infrastruttura”.

Il presidente ligure Giovanni Toti vede il bicchiere quasi pieno: “Francamente, qualche mese che il governo si dovesse prendere per rivedere un progetto e metterlo a terra trovo che sia il periodo speso meglio per quell’opera, rispetto a quello che abbiamo passato. Sono passati tanti anni attraverso dibattiti pubblici, assemblee, movimento dei ‘no’, dei ‘ni’, dei ‘sì ma’. È evidente che un progetto ormai ventennale debba essere rivisto, non fosse altro che per l’adeguamento tecnico alle nuove normative. Questo però vuol dire che c’è una volontà del governo di farla e la trovo un’ottima notizia”. Teme ulteriori ritardi? “A questo punto non credo che tre mesi per rivedere un progetto siano significativi visto che la aspettiamo da vent’anni col balletto dei ‘sì, no, forse, ma, però’ di tutto il resto della politica di questa regione che se l’è palleggiata”.

Critico invece il Pd:  “Il ministro Salvini dica la verità sulla Gronda e smetta di prendere in giro i cittadini liguri – tuona il consigliere regionale Armando Sanna -. L’ultima volta che era venuto in Liguria, il 4 dicembre scorso, ha inaugurato il lotto zero e con i soliti toni trionfalistici, insieme a tutta la corte del Centrodestra, ha dichiarato il successo di questa partenza, che nei fatti si è rivelata una ‘finta’, visto che ieri in visita ad Arenzano, ha dichiarato che si deve praticamente ricominciare da capo perché il progetto è datato e va aggiornato su tutti i fronti. Da tempo chiediamo chiarezza e da tempo diciamo che prima della propaganda servono certezze. Salvini e tutto il centrodestra smettano di prendere in giro i liguri e la prossima volta che viene in Liguria dica la verità, senza presentare l’ennesima versione che sarà smentita alla prossima visita. Faccia sapere chiaramente cosa non va del progetto, quando partirà e in che tempi potrà essere davvero realizzato”.

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