Genova. Dopo il sequestro della galleria Monte Giugo da parte della procura di Genova a seguito dell’incendio di un pullman avvenuto la scorsa domenica, è corsa contro il tempo per la riapertura della tratta e quindi evitare un fine settimana da bollino nero per il traffico sul nodo autostradale ligure e per la viabilità urbana del levante genovese.
La ‘tegola’ è arrivata ieri sera, quando a poche ore dall’annuncio da parte della Regione Liguria di una una parziale riapertura già per la giornata di mercoledì, è arrivata la notizia del sequestro richiesto dalla magistratura genovese, con un sopralluogo previsto giovedì pomeriggio per verificare le conseguenze dell’incendio sulla struttura e se le reti di protezione installate sono adeguate. A eseguirlo saranno gli stessi tecnici intervenuti dopo il crollo dei cavi nella galleria Monte Sperone, sempre in A12. Nella migliore delle ipotesi il dissequestro potrebbe arrivare già giovedì pomeriggio, facendo così ripartire i lavori di messa in sicurezza che permetterebbero di aprire due corsie verso Levante entro venerdì.
Le prime ispezioni dei tecnici di Aspi avrebbero escluso danni strutturali per il tunnel, scenario confermato dalle analisi più approfondite della scorsa notte. Ad aver subito danni secondo la concessionaria sarebbero stati soprattutto gli impianti: quello elettrico, quello dell’illuminazione e lo stesso impianto antincendio. Era prevista inoltre, oltre alla pavimentazione, l’installazione di nuove reti di protezioni, per prevenire eventuali distacchi, ma gli investigatori evidentemente hanno preferito disporre il sequestro come scelta cautelativa in modo da far verificare la situazione direttamente dai consulenti della Procura.

“Abbiamo appreso della decisione, da parte della Procura, di porre sotto sequestro la galleria Monte Giugo, che, dopo l’incendio del pullman avvenuto domenica pomeriggio, avrebbe dovuto essere riaperta entro le 14 di oggi con una corsia di marcia in direzione Genova e due in direzione Livorno, eliminando lo scambio di carreggiata – ha commentato questa mattina il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti – La sicurezza dei cittadini e degli automobilisti è prioritaria: il nostro auspicio è che gli accertamenti e i rilievi della magistratura possano avvenire nel più breve tempo possibile. Riteniamo sia fondamentale consentire la riapertura di almeno una corsia in direzione Genova entro venerdì e limitare così i pesanti disagi che si stanno già verificando in queste ore e che sono destinati purtroppo a peggiorare qualora la chiusura dovesse protrarsi nel fine settimana”.
“Ho chiesto all’amministratore delegato di Autostrade, visto che il cronoprogramma dei lavori prevede che le chiusure notturne proseguano fino al giovedì sera, di rivedere questo piano – ha aggiunto il presidente informando il Consiglio regionale -. Non è ovviamente di mitigazione rispetto all’area dell’incidente, ma è bene adottare ogni misura per evitare che cittadini e trasportatori possano incappare in più blocchi“.
Una situazione che è diventata emergenza anche per i comuni attraversati dalla tratta interdetta, e che già nei giorni scorsi hanno sperimentato un continuo ingorgo sulle tratte urbane e di collegamento, su tutte l’Aurelia, dove si sono riversate migliaia di vetture e centinaia di mezzi pesanti. Per questo motivo il sindaco di Pieve Ligure Paola Negro ha scritto ha chiesto a tutti i colleghi dei comuni limitrofi di unirsi per chiedere a Città Metropolitana e Regione Liguria un tavolo urgente per trovare vie d’uscita per questa emergenza: “Dobbiamo garantire al nostro territorio e ai Cittadini la possibilità di utilizzare gratuitamente il treno nella tratta Recco-Genova Brignole e ritorno – ha chiesto – nelle giornate in cui le strade sono assalite dal traffico. Questo consentirebbe a chi gravita su Genova di poter raggiungere il luogo di lavoro senza ulteriori oneri causati dal disagio subito”. Immediata la risposta del Consigliere Claudio Garbarino di Città Metropolitana, delegato al Trasporto pubblico locale e alla mobilità sostenibile, per affrontare il problema.
Per questo motivo lo stesso Toti questa mattina ha riferito che “Stiamo interloquendo con tutti i comuni interessati nel tratto di Aurelia interessato dalla parziale chiusura. Stiamo predisponendo con Anas e protezione civile un piano per rendere il più possibile fluido il traffico sulla direttrice parallela, soprattutto ove il sequestro si dovesse protrarre o il ritardato sequestro facesse slittare i lavori. Abbiamo chiesto di adottare tutte le misure perché il traffico, le immissioni laterali e gli impianti semaforici vengono adeguati alla situazione non ordinaria che stiamo vivendo”.
Nel frattempo la situazione ha scatenato anche un aspro confronto politico in sede regionale, con l’attacco alla giunta del consigliere in quota M5s Fabio Tosi: “Premesso che l’attività della Procura sia un atto dovuto per quanto accaduto, non è invece accettabile che un assessore alla Protezione civile rilasci dichiarazioni basate sulla Divina Provvidenza anziché prevedere un piano emergenziale del traffico, che deve coinvolgere la Prefettura, la Protezione civile, la Regione, la Città metropolitana, l’Anci e i sindaci dei Comuni del Golfo Paradiso maggiormente coinvolti e penalizzati dal traffico“.
“Non possiamo abbandonare i concittadini, i turisti e soprattutto le famiglie con bambini a code interminabili sotto il sole cocente o comunque a sostare più del necessario in auto a qualsiasi ora – ha sottolineato – Per evitare questi disagi, la priorità di chi amministra deve essere la corretta gestione del traffico sull’Aurelia. E in questo frangente, il comune di Genova, proprio per evitare un altro weekend d’inferno, deve dare il proprio contributo disattivando alcuni semafori compresi nel tratto tra Capolungo e Genova Nervi“.
Nel frattempo una buona notizia: la direzione del San Martino di Genova fa sapere che l’autista del pullman andato a fuoco in A12 “sarà sottoposto questo pomeriggio a coronarografia dall’equipe diretta dal professor Italo Porto. L’obiettivo dei sanitari è di dimettere il paziente entro il fine settimana, compatibilmente con le evoluzioni del suo quadro clinico”.
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