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Funivia forte Begato, 18 mesi di cantieri non prima dell’autunno: nodo viabilità

Comune e progettisti assicurano che l'impatto sarà "minimo" e "verticale". Incognite su parcheggi e trasporto pubblico in via Avezzana e sul futuro allargamento di via del Lagaccio

Funivia Begato Rendering Doppelmayr

Genova. Tra gli aspetti delicati legati alla realizzazione della funivia tra Principe e Forte Begato a Genova c’è sicuramente quello della cantierizzazione. Come impatterà sul quartiere del Lagaccio in termini di viabilità e parcheggi, di inquinamento acustico e atmosferico, della sicurezza? Per quanto tempo si estenderanno i lavori?

Il fatto che mercoledì 26 luglio il consiglio municipale congiunto di Centro Est e Centro Ovest sia stato interrotto per mancanza di numero legale (a causa dell’abbandono dell’aula da parte della maggioranza di centrodestra del Centro Est) non ha permesso ai tecnici presenti di rispondere ad alcune delle domande dei consiglieri e dei cittadini intervenuti.

Domande che, in gran parte, sono convogliate da tempo nel dossier delle osservazioni all’impianto nell’ambito dello screening via regionale (concluso con la decisione della Regione Liguria di non sottoporre l’infrastruttura a valutazione d’impatto ambientale).

Ricordiamo che al momento la funivia per Forte Begato è ancora in fase di progetto di fattibilità tecnico economica, non è ancora disponibile un progetto esecutivo, ma per la natura dell’appalto integrato il raggruppamento Doppelmayr-Collini, vincitore della gara, potrà procedere con un avanzamento in parallelo almeno per quanto riguarda le opere propedeutiche.

Il rup Maurizio Michelini, che già aveva svolto lo stesso lavoro per la ricostruzione del viadotto Polcevera, ha comunque assicurato che non ci sarà alcun sigillo finale sull’impianto a fune prima della chiusura della conferenza dei servizi. I tempi? Niente di ufficiali, ma da fonti interne al Comune si parla dell’inizio dell’autunno per l’avvio dei cantieri e quindi la conferenza dei servizi potrebbe dover partire non più tardi che nella seconda metà d’agosto.

Ipotizzando che quindi tutto vada come previsto – e dando ormai per assodato che l’avvio dei cantieri auspicato da Bucci per l’estate 2023 non sarà possibile – è ragionevole immaginare che la funivia Principe Forte Begato, se sarà realizzata, potrà compiere i suoi primi viaggi nella primavera 2025.

Prima di quella data, comunque, ci sono altri nodi da sciogliere. Uno riguarda sicuramente l’impatto della cantierizzazione sulla viabilità. “Sarà una cantierizzazione molto contenuta – dice il vicesindaco e assessore al Pnrr Pietro Piciocchi – i progettisti hanno chiarito che i cantieri si troveranno solo in prossimità dei punti dove saranno realizzati i piloni”.

I piloni, come noto, sono due nel primo tronco e due nel secondo. I primi due, quelli più alti, fino a 70 metri per restare il più possibile lontano dalle case e per rispettare la normativa vigente, si troveranno rispettivamente nei pressi del palazzo della Asl in via Del Lagaccio e nei pressi della caserma Gavoglio.

“La superficie di cantiere sarà inferiore a quella del perimetro di un palazzo – spiega ancora Piciocchi – devono scavare la sede per dei pali, creare una platea e inserire gli elementi del pilone, sarà un cantiere soprattutto verticale e le interferenze saranno molto contenute“.

Altri due piloni saranno sulla collina al di sopra del ponte Don Acciai, dove un altro cantiere sarà legato alla realizzazione della stazione intermedia. “Qui saranno realizzati degli sbancamenti della collina – continua Piciocchi – mentre a Begato la stazione sarà per lo più ipogea”.

Tuttavia i comitati non vedono come sarà possibile evitare disagi per un quartiere densamente popolato e densamente trafficato, con una rete viaria fragile. Nella stessa relazione illustrativa della funivia per lo screening via si parla di una “cantierizzazione estremamente complessa e non facilmente accessibile dai mezzi di lavoro a causa delle manovre su strade con sezione piuttosto ridotta” e “quest’ultimo in particolare prevede l’installazione su un’area molto scoscesa con balze a differenti quote, di difficile accesso da parte dei mezzi di lavoro, benché confinata ad est e ovest rispettivamente dalle due strade parallele (via Avezzana e via al Lagaccio).

“L’accessibilità difficoltosa ai grandi mezzi da lavoro per il montaggio delle gru, impone un intervento piuttosto duraturo utilizzando entrambi i rami stradali caratterizzati da quote altimetriche differenti”.Sarà quindi necessario istituire il divieto di parcheggio durante i lavori di preparazione d’area e montaggio sui due rami per almeno 90 metri lineare” ma non viene indicato dove e in che misura saranno riposizionati i parcheggi eliminati temporaneamente dall’area di cantiere.

“Inoltre – si legge nelle osservazioni dei comitati – non viene indicata come sarà gestita la mobilità interna del quartiere, essendo via del Lagaccio, strada a senso unico ed avendo via Avezzana come principale collegamento verso la stazione Principe, nonché percorsa dall’unica linea di autobus 54, risulta non approfondito all’interno della documentazione, le modifiche alla viabilità interna né le modifiche del trasporto pubblico”.

Interpellati, i progettisti, spiegano che “La gru fissa sarà posizionata nel cortile sottostante dell’Asl3 di via del Lagaccio, su via Avezzana potrebbe essere usata al massimo una gru mobile in alcune fasi parziali del lavoro e come tale non può stazionare su strada più di tanto. La gru fissa resta quindi al di fuori della sede stradale”. E ancora: “Anche il secondo sostegno sarà montato tutto dall’interno della caserma Gavoglio, con l’ausilio momentaneo di gru mobile su via al Lagaccio”:

Un altro dubbio è relativo proprio a via del Lagaccio, per cui più volte si è parlato di un allargamento all’altezza della caserma Gavoglio, intervento chiesto da anni dal quartiere per migliorare la viabilità. Secondo i comitati di Con i piedi per terra l’allargamento sarà impossibile una volta che sarà costruito il secondo dei quattro piloni.

Forse queste e altre risposte a queste e altre domande potrebbero arrivare in un futuro non molto lontano se si svolgerà un’assemblea pubblica nel quartiere del Lagaccio. Alla fine del consiglio municipale congiunto alcuni esponenti dei comitati hanno avuto un colloquio informale con il vicesindaco. Le posizioni sono molto distanti, da una parte la convinzione dell’amministrazione che l’opera rivaluterà il quartiere portando moltissime opere complementari, dall’altra il timore di un impianto impattate e di una svalutazione del valore già scarso degli immobili.

Il confronto si è concluso con l’apertura a un incontro a Casa Gavoglio. Da capire se potrà avvenire prima della conferenza dei servizi e se nel frattempo saranno sciolti i dubbi alle tante domande.

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