Genova. Come ogni anno si rinnova la collaborazione tra il Festival Teatrale dell’Acquedotto, organizzato dal Teatro dell’Ortica, e Villa Bombrini, il più importante e vivo aggregatore culturale della Val Polcevera. Sul palco della storia villa, infatti, la consueta rassegna estiva porterà in scena tre spettacoli pensati per tutti, e come tradizione impone, a ingresso libero.
Ad iniziare sarà la produzione del Teatro dell’Invito ‘Lear e il suo matto’, di e con Luca Radaelli e Walter Broggini, in scena martedì 18 luglio alle ore 21.30 Nella sua tragedia forse più cupa, Re Lear, scritta a seguito di un’epidemia di peste che aveva chiuso i teatri londinesi, Shakespeare toglie allo spettatore ogni certezza: il re dialoga con il suo matto e non si capisce chi dei due sia il matto; i figli apparentemente buoni sono cattivi e viceversa. Tutto è permeato di black humour. Malgrado la battuta “La maturità è tutto”, i personaggi reagiscono in modo infantile, sembrano quasi burattini nelle mani del destino: «Come mosche tra le mani di ragazzini crudeli noi siamo per gli dèi».
Martedì 25 luglio, sempre alle 21.30 sarà la volta di ‘Romeo e Giulietta‘, una produzione Teatro Blu con la regia e l’interpretazione di Silvia Priori e Roberto Gerbolés. In scena due anime, quella di Giulietta e di Romeo, che accanto al loro sepolcro tentano di risvegliare i loro ricordi e di ripercorrere a ritroso la loro breve e tumultuosa esistenza. Un viaggio a ritroso nel passato, un volo tra ricordi e desideri inespressi, tra silenzi e urla represse, tra il rimorso e la voglia di ricominciare tutto da capo. L’ amore sorto improvvisamente come un fuoco lascia il posto alla sofferenza e alla morte. È la non comunicazione tra le famiglie rivali e all’ interno delle famiglie stesse a generare conflitti irreparabili.
Infine giovedì 27 luglio, sempre alle 21.30, chiuderà questo ciclo estivo ‘Prosit arci matto: Gioan Brera’. Una produzione Teatro dell’Ortica, di Ivano Malcotti con la regia e l’interpretazione di Mirco Bonomi Lo spettacolo si snoda attraverso il “format” già sperimentato con successo in “Cordialmente Gassman”, ovvero l’incontro in purgatorio con il nostro protagonista. Brera monologa di fronte un fantomatico pubblico ad un vernissage, in cui gli invitati bevono vino a differenza sua che non può bere alcolici in purgatorio e spazia nei suoi racconti di uomo colto e popolare, fra aneddoti sulla bassa padana, cene e pranzi post-partita e meeting preolimpionici. Compaiono nel racconto personaggi come il collega giornalista Beppe Viola e il Paron Nereo Rocco allenatore del Milan ma anche osti, contadini e femme fatale. Un affresco dell’Italia degli anni del dopoguerra attraverso un suo cantore.
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