Disagi

Bus Amt senza aria condizionata, segnalati 20 guasti al giorno. I sindacati: “Serve più manutenzione”

L'Ugl alza i toni e minaccia lo sciopero: "Misurati 43 gradi a bordo, a rischio la salute di utenti e lavoratori". La replica dell'azienda: "Funzionante il 97% del parco mezzi"

Generico luglio 2023

Genova. Che sarebbe stata un’estate calda si sapeva. In senso metaforico, poiché la chiusura della metropolitana ha costretto l’azienda ad aggiungere 40 turni al servizio su gomma rispetto all’anno scorso, con la difficoltà di farli quadrare con le ferie dei dipendenti. Ma a bordo di alcuni bus Amt senza aria condizionata la temperatura sale letteralmente, a volte anche oltre i 40 gradi, facendo boccheggiare tanto gli utenti quanto gli autisti. E se da un lato l’arrivo di nuovi mezzi negli ultimi anni ha migliorato la situazione, dall’altro l’impiego delle navette rapide Rivarolo-Brignole ha costretto a tirar fuori dalle rimesse le vetture più vecchie e malandate, con conseguenze facilmente immaginabili.

“Qualche problema in più si verifica rispetto all’anno scorso. Dagli ultimi dati aggiornati ad oggi risulta che gli autisti che chiedono il soccorso attraverso il centro operativo per guasto all’aria condizionata siano in media 10-12 al giorno – spiega Santo Pugliese, delegato della Fit Cisl -. Un numero analogo viene segnalato sempre dell’autista attraverso l’apposito modello 700, un diario di bordo in cui gli autisti segnalano ogni tipo di malfunzionamento”. Andrea Gamba, coordinatore del Tpl per la Filt Cgil ligure, conferma che “qualche problema si è manifestato” soprattutto sulle navette sostitutive della metropolitana. Più circostanziati i dati di Amt riferiti al 24 luglio: “Avevamo una quindicina di bus su 650 con l’impianto di aria condizionata in riparazione (pari al 2,3% del parco, contro il 97,7% funzionante)”.

Le norme prevedono che l’autista segnali un problema all’aria condizionata al pari di un guasto meccanico per le vetture con impianto di condizionamento integrale, cioè quelle che non prevedono la possibilità di aprire i finestrini. Negli altri casi, almeno in teoria si può supplire con l’areazione “vecchio stile”. Ma con le temperature e l’umidità degli ultimi giorni il refrigerio creato dal movimento della vettura è praticamente nullo, per i passeggeri così come per i conducenti.

Ad alzare i toni è la Ugl Fna. “Siamo andati con dei termometri digitali a bordo dei mezzi, la temperatura sulle vettura senza aria condizionata dalle 11.00 alle 17.00 circa supera i 43 gradi, la bocca dell’inferno: è indecente“, tuona il segretario ligure Roberto Piccardo -. Ricordiamo che già due autisti hanno avuto malori a causa del caldo. Ogni anno la stessa storia, nonostante l’amministrazione abbia investito molto e sia stato rinnovato il parco mezzi. Come è possibile ritrovarsi sempre in questa situazione? Il problema è la gestione in Amt. Nel 2023 si utilizzano ancora vetture vecchie di vent’anni per sopperire alle molte macchine ferme. Siamo certi che nessun dirigente lavorerebbe in un ufficio senza aria condizionata durante la stagione più calda e senza riscaldamento durante l’inverno: perché dunque dobbiamo accettare che siano gli autisti a continuare a subire? Non è colpa di autisti e operai se ci sono vetture ferme perché mancano i ricambi o non arrivano in temo utile. Nonostante tutto questo, molti dirigenti o responsabili vari hanno avuto promozioni. A questo punto – annuncia – andiamo verso lo sciopero“.

“L’azienda parla di pochi mezzi fermi, tra i 15 e i 18, ma perde di vista quelli che presentano malfunzionamenti e sono comunque in servizio – osserva Giuseppe Gulli, segretario regionale della Uiltrasporti -. Sui mezzi più vecchi cambiare l’impianto e rinnovarlo è antieconomico per Amt, ma alla base ci dev’essere un’organizzazione più funzionale. Le ondate di calore non sono più eccezionali. Ad esempio, se ci sono mezzi con aria funzionata malfunzionante possono essere messi in servizio durante la notte, quando l’impatto è diverso, ma non nelle ore più calde della giornata. Serve uno sforzo in più. E poi Amt aveva messo insieme due squadre dedicate solo alla manutenzione degli impianti di areazione, una sulle rimesse del centro e una sul Ponente: una parte di queste lavorazioni è stata esternalizzata e non sempre l’operato è soddisfacente. Non poniamo la questione solo per gli autisti, ma soprattutto per l’utenza e per la sicurezza del servizio”.

Non nasconde il problema nemmeno Edgardo Fano, segretario ligure della Faisa Cisal: “Per garantire il servizio l’azienda ha riesumato tutti i mezzi che aveva in rimessa, alcuni hanno tubature bucate e condotte rotte. In generale quelli con l’aria condizionata guasta saranno il 5-10%, a volte l’impianto è un po’ scarico e non raffredda adeguatamente, ci sono problemi sui cambi vettura ma comunque abbiamo vissuto anni peggiori. Abbiamo chiesto che venga ripristinata la squadra manutentiva apposita, riserve freezer di autisti che possano dare il cambio a colleghi accaldati e abbiamo ottenuto le bottigliette d’acqua ai capolinea”.

Pronta la replica dell’azienda: “Nel periodo estivo dieci operatori di manutenzione (interni ed esterni) lavorano sugli impianti di aria condizionata dei bus. Si fa presente che Amt opera nel corso dell’intero anno, eseguendo nel periodo invernale le manutenzioni preventive necessarie per assicurare la migliore efficacia possibile degli impianti anche nel periodo estivo. Giornate di caldo particolarmente gravoso, come le ultime, con ondate di calore o caldo umido, sottopongono gli impianti di aria condizionata ad uno sforzo eccezionale che ne può limitare la funzionalità“.

E a proposito di salute dei lavoratori, in prefettura a Genova è stato firmato oggi il protocollo d’intesa tra sindacati confederali e associazioni datoriali che stabilisce la possibilità di ricorrere alla cassa integrazione quando sul luogo di lavoro si superano i 35 gradi di temperatura percepita, in base ai dati ufficiali di Arpal. Un accordo che tuttavia taglia fuori tutto il mondo dei trasporti. “L’assurdità è che un bus viene considerato non un luogo di lavoro ma un mezzo di lavoro – spiega Fano della Faisa-Cisal -. Il nostro obiettivo non è certo ottenere la cassa integrazione, ma condizioni di lavoro adeguate per gli autisti”. “Il nostro segretario nazionale Fabio Milloch sta lottando per far riconoscere il posto guida come luogo di lavoro”, ricorda Piccardo dell’Ugl.

Il problema dell’aria condizionata si pone nel più ampio filone delle manutenzioni sui mezzi, che hanno visto nelle ultime settimane diverse criticità. L’azienda fa sapere “sottopone tutti i suoi bus sia a manutenzione preventiva e programmata sia a manutenzione correttiva e riparativa con procedure specifiche”. La manutenzione programmata è prevista ogni 30 giorni con specifiche check list che riportano tutti i controlli che devono essere eseguiti sui bus. Di certo non aiuta l’età media del parco bus urbano che “è pari a 10,9 anni“, anche se le vetture da 10 metri e 7 metri “hanno una età media inferiore a 7 anni”.

I veicoli sostituiti negli ultimi cinque anni sono in totale 240, le forniture del 2023 devono ancora essere completate. Una sostanziosa infornata di nuovi mezzi dovrebbe arrivare grazie al progetto degli assi di forza che include il finanziamento per 130 filobus e bus elettrici da 18 metri per cui è già stata bandita la gara. L’obiettivo resta la completa elettrificazione della flotta, “un processo complesso, perché comporta non solo l’acquisto di e-bus ma comprende l’infrastrutturazione dei depositi per la realizzazione di punti di ricarica”. Ad oggi, oltre ai 123,75 milioni degli assi di forza, sono a disposizione altri 150 milioni (di cui 50 dal Pnrr) che permetteranno di acquistare circa 150 nuovi mezzi elettrici di tutte le dimensioni che saranno oggetto delle prossime gare.

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