Il caso

Sampierdarena, sei anni dopo torna il centro migranti all’ex bocciodromo di San Benigno

Lavori già affidati dalla prefettura: "Non saranno 300 ma 49 al massimo". Il presidente del municipio Centro Ovest Colnaghi: "Nessun dialogo"

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Genova. Quando, nel 2017, la prefettura aveva stabilito di utilizzare la ex bocciofila di San Benigno, a Sampierdarena, come centro di accoglienza per i profughi, il sindaco di Genova era Marco Doria, al governo c’era il centrosinistra e contro quella struttura si erano scagliati il centrodestra, in particolare la Lega, e l’allora municipio Centro Ovest.

Sei anni dopo, l’edificio inutilizzato in via Milano, a pochi passi dalla Lanterna, dalla Sala Chiamata e dal futuro ingresso del tunnel subportuale ospiterà davvero un centro migranti.

Non 300, come sarebbe dovuto accadere nel 2017 e come è circolato secondo alcune indiscrezioni, ma 49 al massimo. La cifra è stata comunicata dalla stessa prefettura nel pomeriggio con una nota ufficiale. “Al completamento dei necessari interventi di manutenzione sarà individuato, ad evidenza pubblica, il gestore della struttura e, solo successivamente, si potrà procedere all’inserimento dei migranti”, si legge ancora nella nota del prefetto Renato Franceschelli.

La notizia dell’affidamento dei lavori da parte della Prefettura di Genova, che ha avuto la gestione dell’immobile di proprietà del Demanio, è rimbalzata in queste ore con inevitabili polemiche, finora più per il metodo, che per il merito.

Così il presidente del municipio Centro Ovest Michele Colnaghi (M5s): “Prima di tutto devo constatare che anche in questa occasione sono mancati totalmente dialogo e confronto con il territorio e apprendiamo dai media questa notizia, invece che dagli organi competenti. Venendo al tema: chiederemo un incontro quanto prima con sindaco e prefetto sulla questione; non è questo il tipo di accoglienza che auspichiamo e non è mettendo centinaia di persone in un non luogo all’interno di un territorio, che già è in enorme difficoltà, che si possono realmente aiutare”.

Colnaghi precisa: “L’accoglienza, la solidarietà e l’integrazione sono temi al centro del nostro mandato, ogni giorno lavoriamo con passione su queste tematiche e il modello da perseguire è quello di piccoli nuclei che vengano seguiti e inseriti all’interno del tessuto sociale del quartiere. Per questo chiediamo che queste persone siano equamente divise tra i comuni della città metropolitana e all’interno di Genova divise tra i vari municipi”. Su 21 strutture di accoglienza per minori non accompagnati, un terzo sono all’interno del municipio Centro Ovest.

“Fa rabbia constatare come dal 2017, guarda caso in periodo di campagna elettorale, a oggi il sindaco e la sua giunta abbiano cambiato idea sul tema – aggiunge Franco Marenco, coordinatore Pd del Municipio Centro Ovest – e così ora ci troviamo di fronte a una scelta sbagliata, imposta da questa amministrazione senza il minimo confronto col territorio”. Resta il fatto che la gestione del Cas è di competenza del governo, non della civica amministrazione ma è indubbio che ci sia stata qualche lacuna nelle comunicazioni. La consigliera comunale Pd Monica Russo ha annunciato di aver depositato un’interpellanza urgente.

“I flussi vengono gestiti dallo Stato attraverso le prefetture e noi non possiamo fare nulla ma abbiamo il compito di tutelare e ascoltare il bisogno dei cittadini – dice l’assessore comunale al Sociale Lorenza Rosso – per questo ci siamo, lavoreremo insieme agli altri enti per limitare le problematiche”.

La notizia dell’affidamento dei lavori è apparsa sul sito del ministero delle Infrastrutture. Nel documento si parla di un appalto di 72mila euro per la sistemazione interna degli spazi, già in gran parte allestiti nel 2017. Esiste però un problema di infiltrazioni da risolvere per rendere agibili camerate, servizi e infermeria.

La decisione di tornare a considerare una soluzione logistica l’ex bocciofila è legata all’incremento dei numeri negli arrivi di migranti registrati nello scorso inverno e nella scorsa primavera, basti pensare alla tragedia di Cutro e alle tante vicende legate ai salvataggi e naufragi nel Mediterraneo. Nel 2017 la ex Bocciofila era stata pensata per ospitare 300 persone. Questa volta si parla di 50 rifugiati adulti.

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