Fino a domenica

“Ripuliamo il mare”, la conferenza a Slow Fish: dalla plastica alla Posidonia cosa è spazzatura e cosa è tesoro fotogallery

Da Salerno l'idea per utilizzare i resti delle piante spiaggiate per produrre energia

Generico giugno 2023

Genova. Non solo mercato e degustazioni a Slow Fish, la manifestazione di Slow Food e Regione Liguria in corso fino a domenica 4 giugno al porto antico di Genova. Si parla anche di ambiente con una conferenza dal titolo “Ripuliamo il mare, generiamo bellezza” per conoscere come si nascondono i rifiuti e scoprire come l’alga posidonia non sia, invece, affatto, da buttare.

Plastiche grandi e piccole, i risultati di un nuovo studio internazionale
Colorata e diffusissima, la plastica è probabilmente la prima cosa che ci viene in mente quando pensiamo all’inquinamento dei mari. A Slow Fish sono stati presentati i risultati di Splash & Co, il progetto coordinato dall’Università di Genova (Dipartimenti DISTAV e DICCA), con European Research Institute e Università di Tolone e finanziato dal Programma Interreg Italia-Francia Marittimo 2014-2020 dell’Unione europea, grazie al quale sono stati effettuati campionamenti nei porti di Genova e Tolone per studiare la presenza di plastiche e microplastiche e il loro comportamento in acqua. Tra gli obiettivi del progetto c’è studiare l’effetto del biofouling (cioè l’accumulo di microrganismi viventi sui materiali umidi) sulla galleggiabilità dei rifiuti plastici nei porti.

Dalle analisi è risultato che il biofouling aumenta la densità dei frammenti di plastica e ostacola la galleggiabilità dei materiali di forma e consistenza compatte, mentre le prime fasi di crescita del biofouling favoriscono la galleggiabilità per i materiali di forma cava. Forme e dimensioni dei materiali su cui si sviluppa la pellicola biologica, insomma, possono modificare il comportamento dei rifiuti, «ma nulla galleggia per sempre» ricorda Franco Borgogno, ricercatore dell’European Research Institute.

«La plastica galleggiante è visibile e più facilmente quantificabile di quella che si trova sotto il pelo dell’acqua, ma sappiamo che rappresenta una percentuale minima di quella complessivamente presente nel mare e negli oceani che coprono tre quarti della superficie terrestre e hanno una profondità media di quattromila metri» .

Un mondo invisibile e ancora poco conosciuto, ecco perché «è fondamentale studiare come, quando e con quali modalità la plastica si muove nella colonna d’acqua». Il tutto, sottolinea Borgogno, tenendo presente che ripulire il mare vuol dire evitare che venga inquinato, e non agire a posteriori: «Pensare di pulire gli oceani dalla plastica è una sciocchezza colossale, non può essere un obiettivo. Ciò che va fatto è evitare che quei rifiuti arrivino negli oceani», ponendo cioè cura tanto alle coste quanto all’entroterra, da cui arriva gran parte degli inquinanti trasportati inesorabilmente dai corsi d’acqua.

Non sparate sulla posidonia!
A Slow Fish si è parlato anche di Posidonia Oceanica, la pianta endemica che ricopre, con vere e proprie praterie, molti fondali del mar Mediterraneo. Piante preziose per il ruolo che ricoprono nella proliferazione di organismi animali e vegetali acquatici, ma le cui foglie spesso raggiungono i litorali, finendo per accumularsi sulle spiagge risultando – ironia della sorte – sgradite ai bagnanti.

Insomma: utile, anzi fondamentale (anche per via della sua capacità di contrastare l’erosione costiera), ma bistrattata: che fare, dunque, della Posidonia spiaggiata? Da Pollica, in provincia di Salerno, arriva un’idea di riutilizzo delle foglie che raggiungono le spiagge: «Inaugureremo un impianto in cui la posidonia spiaggiata, opportunamente ripulita dei residui sabbiosi, e i rifiuti umidi saranno utilizzati per la produzione di energia in grado di soddisfare il fabbisogno di circa cinquecento famiglie» spiega il sindaco di Pollica, Stefano Pisani. Un impianto dove produrre energia, ma non solo: «Il nostro intento è quello di far conoscere a tutti le buone pratiche messe in atto dalla comunità locale, di spiegare come quello che è comunemente visto come un rifiuto sia invece una risorsa importante, che offre un sostegno ai nostri concittadini in tutte le sue fasi di vita».

Alla conferenza è intervenuto anche un gruppo di attivisti di Slow Food provenienti dalla Corea del Sud, giunti a Slow Fish per esprimere i propri timori sul preannunciato sversamento in mare dell’acqua reflua – più di un milione di tonnellate – utilizzata per raffreddare i reattori della centrale nucleare giapponese di Fukushima Dai-ichi danneggiati dal maremoto dell’11 marzo 2011. Un’acqua che, seppur trattata, può contenere alcuni elementi radioattivi come il trizio, il cesio 134, il cesio 137 e lo stronzio 90. «Se c’è inquinamento nel mare al largo delle coste giapponesi, allora c’è inquinamento ovunque – l’appello lanciato a Slow Fish -. E se il Giappone rilascia questi milioni di tonnellate di acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico, io temo anche per la pesca in Corea».

Slow Fish è realizzato grazie al sostegno di numerose realtà che credono nel progetto, a partire dai Main Partner BBBell, Pastificio Di Martino, Quality Beer Academy, Reale Mutua e UniCredit. In Kind Partner Liebherr, Bormioli Luigi e Bormioli Rocco, Acqua San Bernardo; Green Partner sono Amiu, Pool Pack e Ricrea. La manifestazione gode inoltre della collaborazione del Porto Antico di Genova e del supporto di Fondazione Carige, con il sostegno della Camera di Commercio di Genova. Partner culturale è l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale.

Più informazioni
leggi anche
Inaugurazione Slow Fish 2023
Sostenibilità
Da Slow Fish parte l’appello: “Basta plastica monouso”. Il ministro Lollobrigida: “Non è la risposta”
Generico maggio 2023
1-4 giugno
Tutto pronto per Slow Fish 2023, Genova diventa capitale del mare, della pesca e della sostenibilità
Imprenditoria Femminile Coldiretti
Da scoprire
Nadia la muscolaia d’Italia, le degustatrici di granchi alieni e l’imprenditrice delle alghe: a Slow Fish le donne che vivono di mare

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.