Gli atti

Omicidio Alice Scagni, negli atti del processo 63 chiamate dei genitori alla salute mentale della Asl3 in 45 giorni

È quanto emerge dai tabulati depositati in vista del processo che comincerà venerdì 9 giugno davanti alla Corte d'Assise di Genova

Alice e Alberto Scagni

Genova. Sessantatre telefonate al centro di salute mentale della Asl3 in un mese e mezzo, chiamate per chiedere aiuto per un figlio che non sta bene. Le telefonate sono quelle di Antonella Zarri, mamma di Alice Scagni, la giovane mamma uccisa dal fratello Alberto il primo maggio 2022 con 20 coltellate.

È quanto emerge dai tabulati depositati in vista del processo in Corte d’assise che inizierà venerdì. La prima chiamata della donna, come anticipato dall’edizione on line di Repubblica Genova, che compare nei tabulati è datata 10 marzo 2022. L’ultima il 28 aprile, tre giorni prima dell’omicidio. Non tutte le 63 stringhe che compaiono nei tabulati corrispondono a conversazioni effettive. Ci sono telefonate senza risposta, o numeri occupati.

Secondo i genitori, assistiti dall’avvocato Fabio Anselmo, i continui tentativi di mettersi in contatto con i medici testimoniano la consapevolezza della gravità della situazione. Tentativi, secondo i due genitori, andati a vuoto e inascoltati. Per questo dopo l’omicidio avevano presentato un esposto per le presunte omissioni. In quel fascicolo sono indagati due agenti della Questura e una dottoressa del centro di salute mentale della Fiumara. Secondo quando appreso a breve per loro dovrebbe arrivare la richiesta di archiviazione.

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