Genova. Proteste dalla Fiom Cgil in Nidec Asi. “La nuova dirigenza di Nidec Asi non si smentisce mai: trova sempre il modo di “calmierare” gli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici”, si legge in una nota firmata da Giuseppe Vito Moramarco, rsu Fiom Stabilimento di Genova e Giuliano Rimassa con Mireno Turrini, Fiom Cgil Genova.
“Mentre il board nipponico della Nidec Corporation chiede sempre di più, il management italiano per accontentarlo taglia gli stipendi ai lavoratori e alle lavoratrici di Nidec Asi. In un anno dove l’inflazione registra percentuali a due cifre, nel mese di giugno 2023, grazie alla clausola di salvaguardia del contratto collettivo nazionale di lavoro dei metalmeccanici si è limitata la perdita del potere d’acquisto degli stipendi dei lavoratori e lavoratrici metalmeccanici. In Nidec Asi no.
“In modo, a nostro avviso, scellerato, mentre nella maggior parte dei grandi gruppi industriali italiani si è deciso di non assorbire gli aumenti del ccnl, la direzione di Nidec ASI ha comunicato con lettera scritta alle organizzazioni sindacali che assorbirà gli stessi dai superminimi”, prosegue la nota.
“Forse i manager milanesi non si accorgono dell’inflazione che i metalmeccanici/metalmeccaniche devono affrontare quotidianamente. Per la Fiom Cgil questo è inaccettabile, la competitività non la si fa sugli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici, si deve fare con investimenti in tecnologia, innovazione e valorizzando le menti di chi porta avanti con professionalità le proprie mansioni”.
“L’azienda non può comunicare che ha difficoltà a trovare personale professionalmente preparato e ad ogni occasione fa in modo di scontentare i dipendenti dei 4 stabilimenti italiani. Questa è la prova che il superminimo assorbibile ad personam è una fregatura, l’azienda prima te li dà, poi te li toglie, mentre il CCNL quando ti porta i soldi nella busta paga non te li toglie più”, continuano i sindacati.
La Fiom Cgil di Genova, vista la lettera ricevuta, su mandato dei lavoratori riunitisi in assemblea il 29 giugno 2023, dichiara lo stato di agitazione attuando il blocco degli straordinari “come prima e immediata forma di lotta a cui, se necessario, seguiranno altre ancora più incisive”, conclude la Fiom.