Genova. Una spedizione subacquea al largo delle coste americane per documentare lo stato di conservazione del relitto dell’Andrea Doria e indagare sul futuro del transatlantico che giace sul fondo dell’oceano. Una missione diversissima da quella, tragica, verso i relitto del Titanic avvenuta negli ultimi giorni, e che ha visto protagonista il batiscafo Titan. In questo caso i sub si immergeranno a meno di 80 metri di profondità solo con mute, ossigeno e altra attrezzatura.
Si chiama “Un Lembo di Patria” la missione internazionale coordinata da Phy Diving Equipment – con il patrocinio dell’assessorato allo sport del Comune di Genova e di Fondazione Ansaldo – che il prossimo 18 luglio, per 18 giorni, andrà alla scoperta di ciò che rimane della nave genovese naufragata tra il 25 e il 26 luglio 1956 a seguito di una collisione in mare aperto con la svedese Stockholm.
Tre gli italiani che parteciperanno alla spedizione: Andrea Murdock Alpini, organizzatore e scrittore, David D’Anna e Marco Setti, che si immergeranno nelle fredde e torbide acque al largo dell’isola di Nantucket, in Massachussetts. Con loro tre americani capitanati da Joe Mazraani, armatore della Tenacious, l’imbarcazione che condurrà gli esperti subacquei sul relitto dell’ammiraglia della marineria mercantile italiana.

“L’Andrea Doria rappresenta un mito e i miti impongono sempre rispetto, richiedono distanza ed esigono tempo per essere capiti – spiega l’organizzatore della spedizione e subacqueo Andrea Murdock Alpini – Questo relitto, poggiato sul fondo dell’Oceano Atlantico, è una costola del nostro Belpaese. Quando lo vedi l’impatto ti suscita forti emozioni. La sua visione ti scuote e ti crea un subbuglio interiore. Laggiù, nei bui fondali americani, non si trova solo una bella nave: là si trova un segno della nostra civiltà sepolta sotto 74 metri di acqua salata”.
Nella notte tra il 25 e 26 luglio l’equipaggio della spedizione subacquea si troverà sul relitto per ricordare l’affondamento della turbonave avvenuto in occasione del suo 100° viaggio tra Genova e New York City.
“L’Andrea Doria è un pezzo di storia di Genova e dell’industria cantieristica italiana che, a distanza di quasi 70 anni dal suo tragico affondamento, continua ad interessare tutto il mondo – dichiara l’assessore allo sport del Comune di Genova Alessandra Bianchi – nonostante il trascorrere del tempo, ed anzi a maggior ragione proprio per questo, fioriscono continuamente nuove pubblicazioni che raccontano i lati mai chiariti di un evento entrato da subito nell’immaginario collettivo e di cui ancora oggi fa parte grazie al ricordo tramandato di generazione in generazione”.
Molto importante, nel progetto, anche il ruolo degli archivi della Fondazione Ansaldo dove Andrea Murdock Alpini ha lavorato per diversi anni alla ricerca di nuovi spunti tematici per raccontare l’Andrea Doria sotto una nuova veste. Al termine della missione, lo stesso Murdock Alpini pubblicherà un libro per raccontare molti elementi inediti delle vicende umane, economiche e politiche che seguirono al tragico affondamento della nave.
L’Università di Padova, invece, attraverso il master in medicina subacquea e iperbarica studierà gli aspetti fisiologici legati alle lunghe decompressioni cui si sottoporranno i subacquei nelle fredde acque atlantiche.