Genova. I finanzieri del Primo Gruppo e del Nucleo Operativo Metropolitano di Genova hanno denunciato 28 persone, titolari o legali rappresenti di altrettante aziende accusate avere aperto in maniera fittizia la propria sede nella zona vicina al crollo del ponte Morandi per usufruire degli sgravi messi a disposizione dal governo per aiutare le imprese della Valpolcevera dopo la tragedia che, oltre a provocare la morte di 43 persone, aveva mandato in tilt viabilità e collegamenti con pesanti danni economici.
Eppure c’è chi ne ha approfittato. Sono i cosiddetti ‘furbetti del ponte’ appunto che hanno usufruito di ristori o sgravi sul credito di imposta per cifre talvolta modeste ma in alcuni casi anche piuttosto ingenti (il tetto massimo previsto dal decreto era di 200mila euro).
La notizia è stata diffusa oggi a margine dell’anniversario della fondazione della Guardia di finanza che aveva effettuato controlli sulle 46 aziende si erano trasferite all’ interno del perimetro della ‘zona rossa’ o ‘arancione’ disegnata dal Commissario per l’emergenza Giovanni Toti dopo il crollo. Imprese arrivate nottetempo, che hanno assunto decine di dipendenti . Alcune sono genovesi ma molte arrivate improvvisamente da fuori Genova. Ora le fiamme gialle hanno concluso i loro accertamenti e denunciato, le ipotesi di reato sono di falso e truffa allo Stato, 28 persone ma l’indagine della Procura di Genova, coordinata dal sostituto procuratore Giancarlo Vona potrebbe, alla chiusura delle indagini, archiviare alcune posizioni proprio per la modesta entità del credito richiesto.
Al momento l’iter compensativo è stato bloccato dai finanzieri per un totale di 2 milioni e 200 mila euro.