Genova. Circa 300 persone, al grido di “Il Lagaccio non è Cortina”, hanno marciato in corteo da Principe per dire no alla costruzione della funivia per forte Begato voluta dalla giunta Bucci. Una manifestazione lanciata settimane fa dal comitato Con i piedi per terra che ha fatto da contraltare ai tradizionali eventi di San Giovanni Battista, patrono della città.

“San Giovanni non vuole inganni”, è infatti uno dei claim scelti per l’iniziativa. Ma quali inganni vedono i cittadini del Lagaccio? “L’inganno è pensare che una città possa essere considerata come una nuda proprietà che può essere venduta e svenduta senza considerare chi ci abita – spiega Irene Rolfini del comitato -. L’inganno è pensare che la funivia serva al Lagaccio, dal momento che il Lagaccio sarà solo sorvolato e non ci sono fermate. L’inganno è dire che quest’opera è utile e indispensabile, ma per raggiungere i forti c’è la cremagliera. Ed è anche rubare i soldi per la riqualificazione dei forti e dare 35 milioni per un impianto che porterà i turisti a forte Begato, dove non c’è niente“.

I piloni in mezzo agli edifici e le cabine sopra il quartiere rimangono la prima preoccupazione: “Andrà solamente a distruggere il valore delle nostre case e la qualità della nostra vita: luci, cantieri, inquinamento, soprattutto acustico. Non c’è stata nessuna analisi costi-benefici. E poi, perché dovremmo togliere i turisti dal centro storico già esistente?”.

I lavori, secondo le previsioni del Comune, dovrebbero partire nel giro di pochi mesi. Determinante sulla tempistica la decisione di escludere la procedura di valutazione di impatto ambientale. “Noi l’avevamo chiesta – prosegue Rolfini -perché abbiamo evidenziato un sacco di carenze, anche dal punto di vista idrogeologico. Non ci sono studi di sismologia, gli studi di acustica non sono fatti sul campo, non si sa dove verrà collocato il pilone nel parco dell’ex caserma Gavoglio”.

“Noi vogliamo un modello diverso di città, una città pensata per chi ci vive e non perché si ferma un giorno e poi va via“, spiegano gli attivisti. Il corteo, partito da piazza Acquaverde, si è diretto nel cuore del Lagaccio per concludersi ai giardini Malinverni, proprio sopra la stazione. Fermata d’obbligo davanti alla stazione di partenza della cremagliera Principe-Granarolo: “Per noi l’unica alternativa sostenibile è il prolungamento della cremagliera”.

La funivia tra Principe e Forte Begato sarà pagata con 33,8 milioni di fondi complementari al Pnrr. I fondi rientrano nei 70 milioni accordati dal ministero della Cultura al Comune di Genova per l’intera riqualificazione del sistema dei forti. Anche per via della provenienza dei fondi la questione delle tempistiche da rispettare per i cantieri è di primaria importanza per l’amministrazione comunale.

IL PROGETTO

La funivia di Genova potrà trasportare fino a 800 passeggeri all’ora. Consterà di due tronconi, con una fune per la salita e una per la discesa, il primo tra il piazzale della metro di Principe, davanti alla stazione Marittima e l’intersezione tra via Bari e il ponte Don Acciai, sopra il Lagaccio, il secondo fino all’arrivo a forte Begato.

La lunghezza complessiva dell’impianto sarà di 2,5 chilometri per un dislivello di 450 metri. Per raggiungere forte Begato bisognerà scendere e risalire al Lagaccio, uno spostamento di pochi istanti e pochi metri, da una cabina all’altra. Il sistema meccanico sarà di tipo “a va e vieni”, il sistema più efficiente e sicuro tra quelli a disposizione. Ogni cabina è omologata per trasportare fino a 60 passeggeri per viaggio. In tutto il viaggio durerà una decina di minuti.

funivia forte begato

piloni saranno quattro e non dodici come sarebbe accaduto se il Comune avesse optato per una cabinovia. Nei primi rendering vengono proposti come strutture simili a tralicci. Strutture a grata, meno “pesanti” alla vista rispetto a piloni di sostegno “pieni” ma comunque piuttosto alti: circa 25 metri sulla collina di Granarolo ma di almeno 65 metri, per i due tralicci che permetteranno all’impianto di scavalcare il quartiere del Lagaccio. Uno dei due, in base ai rendering, si troverebbe nella zona della stazione di Polizia, l’altro sul lato ovest della ex caserma Gavoglio.

Due delle tre stazioni (Lagaccio e Principe) saranno funzionali alla discesa e alla salita dei passeggeri e avranno alcuni locali di servizio per biglietteria, sala d’attesa, strumenti e veicoli ma avranno una grandezza limitata allo stretto necessario. Altro discorso per la stazione di arrivo a forte Begato, quasi totalmente “ipogea”, interrata, e aperta all’esterno da un’ampia vetrata. Di fatto si troverà a ridosso dell’ingresso del forte, in via al Forte Begato.

La stazione intermedia in via Bianco sarà inserita nella rete del trasporto pubblico locale. Da capire quindi se potrà essere utilizzata come altri impianti verticali in città con un biglietto ordinario di trasporto pubblico, almeno per i residenti a Genova. Sembra meno probabile, per una questione di sostenibilità economica, la gratuità assoluta come invece per gli altri ascensori e funicolari anche perché non è detto che la sperimentazione in atto prosegua anche in futuro.

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