Genova. Un quadro del grande pittore fiammingo Pieter Paul Rubens, commissionato dalla famiglia genovese Spinola e dimenticato da tre secoli, è tornato alla luce e sarà offerto dalla casa d’aste Sotheby’s a Londra all’inizio di luglio. Il dipinto, intitolato San Sebastiano curato da due angeli, verrà venduto con un valore stimato di 4-6 milioni di sterline, corrispondenti a 4,6-7 milioni di euro. La notizia è riportata oggi dall’agenzia di stampa Adnkronos.
Il dipinto – esposto come opera di Rubens durante la mostra Rubens a Genova allestita negli scorsi mesi a Palazzo Ducale – è stato probabilmente eseguito tra il 1606 e il 1608 in Italia, o forse un paio di anni più tardi ad Anversa, anche se gli studiosi non sono del tutto concordi. La stretta collaborazione di Rubens con la famiglia Spinola iniziò quando si trovava a Genova nel 1604 e durò ben oltre il suo ritorno nella città fiamminga alla fine del 1608. È probabile che il dipinto sia stato commissionato da Ambrogio Spinola (1594-1630), nobile e comandante militare al servizio dell’impero spagnolo, con cui l’artista condivideva interessi diplomatici, politici e artistici e che ritrasse più volte.
La prima notizia conosciuta del dipinto è nel testamento del figlio di Ambrogio, Filippo Spinola, nel 1655, prima che passasse attraverso le generazioni successive della famiglia per ottant’anni. Le tracce si perdono con la nipote del committente, Anna Spinola, che nel 1731 risulta aver ereditato il dipinto. San Sebastiano curato da due angeli uscì dalla famiglia Spinola e, attraverso la linea di discendenza femminile di Anna Spinola, divenne introvabile fino alla sua ricomparsa negli Stati Uniti 230 anni dopo, in una collezione del Missouri nel 1963.
Quando l’opera è riemersa all’asta 15 anni fa, è stata attribuita al pittore francese Laurent de la Hyre. All’epoca fu venduta da Ivey-Selkirk, una casa d’aste di Saint Louis, per 40mila dollari, secondo il database dei prezzi di Artnet. Sebbene modesta rispetto alla stima attuale, questa somma era comunque moltiplicata rispetto alla stima elevata di 8mila dollari. Poco dopo l’asta, il dipinto è stato identificato come una composizione di Rubens e gli studiosi hanno intrapreso un’ampia ricerca che ha portato a identificare la tela con quella citata nei testamenti e negli inventari della famiglia Spinola. Gli studiosi e gli esperti del team di Sotheby’s hanno utilizzato i raggi X per guardare sotto la superficie del dipinto e hanno recentemente confermato che si tratta effettivamente di un’opera del pittore fiammingo.

L’analisi ai raggi X ha inoltre rivelato ulteriori segreti sullo status del dipinto, che rappresenta la versione principale di un altro quadro di Rubens dello stesso soggetto, detenuto per secoli dalla famiglia italiana Corsini e oggi esposto alla galleria Corsini di Roma. L’artista apportò modifiche radicali al disegno mentre dipingeva la versione di Spinola, alterando e modificando la composizione durante il lavoro. Ad esempio, San Sebastiano fu inizialmente dipinto rivolto verso il lato opposto, con una torsione verso sinistra e con il braccio destro alzato sopra la testa. In origine c’era una freccia che gli trafiggeva la coscia destra, mentre l’armatura fu un’aggiunta successiva all’opera, dipinta sopra un’altra cosa che Rubens raschiò via. Nel frattempo, l’analisi a raggi X del quadro di Corsini non ha mostrato alcun cambiamento significativo, suggerendo che è stato eseguito in seguito, una volta che l’artista era soddisfatto del suo progetto, secondo un comunicato della casa d’aste Sotheby’s.
La scoperta è “la prova che anche i nomi dei grandi artisti possono andare perduti nella storia”, ha dichiarato George Gordon, co-presidente di Sotheby’s per i dipinti Old Master a livello mondiale. “Fortunatamente l’affascinante dettaglio rivelato dall’analisi scientifica, unito a una ricerca meticolosa e alla considerazione di importanti studiosi, afferma giustamente la riattribuzione di quest’opera a uno dei più grandi pittori del suo tempo e ci dimostra che c’è ancora molto da scoprire, anche sulle opere più conosciute dell’artista”.