Dopo il voto

Camogli, cambia il sindaco e lo striscione per Giulio Regeni sparisce dal palazzo del Comune

Critica l'associazione che aveva promosso la campagna. Condanna del Pd: "La richiesta di verità e giustizia dovrebbe essere base comune a tutti gli schieramenti politici"

Generico giugno 2023

Camogli. Polemiche a Camogli dove con il cambio di colore in Comune, dopo le ultime elezioni amministrative, il nuovo corso è coinciso anche con la rimozione, dal palazzo del Comune, dello striscione giallo con cui si chiede Verità e Giustizia per Giulio Regeni. Il cartello era stato posizionato sull’edificio istituzionale dal precedente sindaco Francesco Olivari su spinta del comitato “Verità e giustizia: il Tigullio per i diritti”. Ed è stato ora tolto dal nuovo primo cittadino, Giovanni Anelli.

Sulla vicenda una nota di condanna del Partito Democratico di Genova. “Tra le sue prime priorità – si legge nella nota che si scaglia contro il nuovo sindaco – la nuova amministrazione appena insediata ha deciso che lo striscione giallo, diffuso in Italia dalla campagna di Amnesty International per chiedere chiarezza sull’omicidio del giovane ricercatore torturato e ucciso in Egitto dal regime di Al-Sisi, non sarà più esposto dal Comune”.

“In una democrazia sana, l’attenzione ai diritti umani, e la richiesta di verità e giustizia quando questi non vengono rispettati, dovrebbe essere base comune a tutti gli schieramenti politici. Evidentemente, però, non lo è per la destra che oggi amministra Camogli”, proseguono i Dem.

“Ci auguriamo che il sindaco Anelli possa tornare sui suoi passi e decidere di esporre nuovamente lo striscione simbolo di una campagna che deve vedere uniti tutti e tutte, indipendentemente dalla propria appartenenza politica – conclude la nota – rinnoviamo la nostra solidarietà alla famiglia Regeni per questa ennesima mancanza di rispetto e, ancora una volta, chiediamo verità e giustizia per Giulio”.

Parole dure anche da parte di Andrea Lavarello, presidente dell’associazione “Verità e giustizia: il Tigullio per i diritti”, che scrive: “Non ci pare un buon inizio, sindaco Anelli. Giulio era un ragazzo italiano di 28 anni, ricercatore dell’università di Cambridge. Il suo unico torto è stato quello di onorare al Cairo l’impegno per cui era stato inviato in Egitto: svolgere una ricerca sui sindacati indipendenti. Per questo è stato sequestrato, torturato per diversi giorni e infine assassinato dalle forze di sicurezza di quel Paese”.

“La violazione dei diritti umani e civili, signor sindaco – prosegue l’associazione – non è né di destra, né di sinistra: è un crimine contro il quale chi rappresenta le istituzioni democratiche, antifasciste e repubblicane del nostro Paese dovrebbe lottare in prima fila. Anche nel caso in cui non abbia la sensibilità umana per provare empatia e condivisione verso un assassinio così brutale”.

“In memoria di Regeni, la nostra associazione – con il concorso di numerosi Comuni e associazioni della Riviera di Levante, tra cui il Comune che lei ora rappresenta pro tempore – ha realizzato un centro civico ad Arquata del Tronto (Ascoli Piceno) che porta il nome di Giulio. La invitiamo a ripensarci. E a esporre nuovamente lo striscione che chiede verità e giustizia per Giulio”, conclude Andrea Lavarello.

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