Milano. Lutto nazionale e polemiche nel giorno in cui si celebrano i funerali di Silvio Berlusconi, ex presidente del Consiglio morto lunedì all’età di 86 anni. L’appuntamento è alle 15.00 nel duomo di Milano dove, con un’organizzazione da grande evento, sono attesi numerosi leader nazionali e internazionali. E a dare l’ultimo saluto al Cavaliere, figura che fino all’ultimo ha diviso la politica anche a livello regionale, ci sarà anche una rappresentanza di liguri.
A cominciare dal presidente Giovanni Toti, che all’ombra della famiglia Berlusconi ha fatto carriera da giornalista sulle reti Mediaset per poi avvicinarsi sempre di più a Forza Italia, assurgere al ruolo di “delfino”, ottenere la candidatura in Liguria, vincere le elezioni nel 2015 e consumare infine lo strappo nel 2019. Attriti che oggi sembrano acqua passata: “È stato l’Alfa e l’Omega della vita politica di questo Paese per chi lo ha apprezzato e per chi ne è stato irriducibile avversario – ha commentato subito dopo la notizia della scomparsa -. La seconda Repubblica italiana nasce con Berlusconi e credo che si chiuderà con lui. Certamente resterà nel Pantheon di chi ha fatto un pezzo di storia con Alcide De Gasperi e pochi altri leader”.
Sarà folto ovviamente il drappello targato Forza Italia. Per la Liguria ci saranno sicuramente Carlo Bagnasco, sindaco di Rapallo e coordinatore regionale del partito, e il padre Roberto, berlusconiano della primissima ora, deputato al secondo mandato. Scontata la presenza di Edoardo Rixi, segretario della Lega, e di Matteo Rosso, coordinatore ligure di Fratelli d’Italia. Accreditato anche Sandro Biasotti, ex presidente ligure e parlamentare azzurro, poi passato nelle fila di Toti. A rappresentare il Comune di Genova non ci sarà il sindaco Marco Bucci, impegnato all’Aia per The Ocean Race, ma l’assessore forzista Mario Mascia. Atteso anche Claudio Scajola, sindaco di Imperia, tra gli uomini più legati al Cavaliere. Almeno ufficialmente non ci saranno rappresentanze regionali delle forze d’opposizione con l’eccezione di Raffaella Paita, ex assessora regionale ligure, oggi coordinatrice nazionale di Italia Viva.
Il duomo di Milano potrà accogliere circa 2mila persone con importanti misure di sicurezza. La stazione della metropolitana più vicina sarà chiusa e sarà deviato il traffico in zona. Presente il governo al completo con Giorgia Meloni in testa e le più alte cariche istituzionali dello Stato. Tra i leader di partito ci sarà Elly Schlein, segretaria del Pd, mentre hanno annunciato la propria assenza il presidente del M5s Giuseppe Conte e il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. Parteciperanno invece Matteo Renzi e Carlo Calenda (Italia Viva e Azione).
Attese anche diverse personalità estere. Tra queste, riportano le agenzie di stampa, l’emiro del Qatar Tamim bin Hamad, il premier ungherese Viktor Orban, il presidente dell’Iraq Abdul Latif Sharid, il ministro serbo Djordje Milicevic. Per la commissione europea ci sarà Paolo Gentiloni. Non mancherà il presidente del Ppe Manfred Weber. E molte altre saranno le rappresentanze politiche e diplomatiche non italiane.
Ma in duomo non convergerà solo il mondo politico. Saranno presenti al completo il Monza, squadra di cui Berlusconi è stato presidente negli ultimi anni, e il Milan che ha legato profondamente la sua storia al Cavaliere. Annunciati tra gli altri Franco Baresi, Arrigo Sacchi e Paolo Maldini. Ci saranno i presidente del Torino Urbano Cairo, del Napoli Aurelio De Laurentiis, della Juventus Gianluca Ferrero e della Fiorentina Joe Barone. Per l’Inter sono in lista l’amministratore delegato Beppe Marotta e il presidente Steven Zhang. E arriverà pure il presidente della Fifa Gianni Infantino.
Intanto, mentre i funerali di Stato per un ex premier sono previsti dalla legge (anche se in alcuni casi vengono rifiutati dai familiari), è esplosa la polemica sulla decisione del governo Meloni di proclamare per oggi il lutto nazionale. “Una scelta inopportuna” secondo l’ex ministra Rosy Bindi (Pd) che ha dato il via a una serie di dichiarazioni sul tema. Ancora prima, però, aveva fatto discutere il gesto di Tomaso Montanari, storico e rettore dell’Università per stranieri di Siena, che in aperto dissenso ha rifiutato di esporre le bandiere a mezz’asta. In effetti è la prima volta che viene stabilito il lutto nazionale per un ex presidente del Consiglio che non fosse stato anche presidente della Repubblica (i due precedenti furono Giovanni Leone e Carlo Azeglio Ciampi).
Ed è arrivata a livello nazionale anche la bagarre scoppiata ieri nel consiglio regionale della Liguria dove la maggioranza di centrodestra e la giunta Toti hanno deciso di uscire dall’aula dopo che tre consiglieri di opposizione (Pastorino, Sansa e Candia) non avevano partecipato al minuto di silenzio per Silvio Berlusconi. La lite è continuata dopo la seduta, a quel punto sospesa e annullata, con accuse incrociate di “mancanza di rispetto istituzionale” e parole pesanti come quelle di Marco Scajola e Angelo Vaccarezza (Lista Toti), che hanno chiamato in causa gli “anni di piombo” e il “ritorno del comunismo“.