Genova. Quattro tir in mezz’ora. Li abbiamo contati stamattina all’imbocco di via Cornigliano da ponente, a due giorni dal tragico incidente mortale che ha acceso nuovamente i riflettori sulla sicurezza della strada che attraversa la delegazione. Quattro autoarticolati, due per direzione, che hanno percorso la via in trenta minuti, tra le 9.20 e le 9.50, in pieno orario di vigore del divieto di transito stabilito dalle ordinanze comunali e ricordato dalla segnaletica. Naturalmente senza alcun tipo di controllo preventivo.
La “prova sul campo” combacia con quello che i residenti di Cornigliano spiegavano ai nostri microfoni pochi minuti dopo l’investimento di Maria Mercedes Moran Huayamave, 50enne ecuadoriana travolta e uccisa da uno di quei bestioni mentre attraversava la strada mercoledì mattina all’altezza di via Brighenti. “Non potrebbero entrare, ma li vediamo passare di continuo. Ed è così da anni”. Quattro tir in mezz’ora, se valessero come media da applicare all’intera giornata, significherebbero una sessantina di mezzi pesanti al giorno in violazione delle disposizioni comunali.
Il divieto, valido dalle 9.00 alle 17.00 dei giorni feriali, risalirebbe addirittura a una delibera degli anni Novanta, confermato poi nelle ordinanze successive. Ed è diventato ancora più attuale e praticabile, prima con l’apertura nel 2015 della strada a mare Guido Rossa, che permette di bypassare l’abitato, e poi con la riqualificazione di via Cornigliano, completata l’anno scorso, che avrebbe dovuto trasformare un’arteria di transito in una strada di quartiere, con piste ciclabili, attraversamenti a raso e limite di velocità a 30 km/h. Uno scenario del tutto incompatibile con veicoli di quelle dimensioni. Fatte salve, tuttavia, le deroghe specifiche concesse dal Comune, ad esempio quelle per lavori di somma urgenza.
Sotto la lente della Procura di Genova, che indaga per omicidio stradale sul camionista 40enne alla guida del mezzo, è finita anche la segnaletica stradale. Insufficiente e poco visibile, secondo alcuni residenti e comitati. Siamo andati a verificare anche questo aspetto. I cartelli che riportano il divieto di transito per autoarticolati, autotreni e mezzi adibiti a trasporto container sono tre per chi arriva da via Siffredi.
Il primo è un “preavviso” collocato a cento metri dal bivio per la Guido Rossa, gli altri due sono posti ai lati della rampa che conduce verso la strada a mare. Quello a destra è su sfondo giallo, riservato alla segnaletica temporanea da cantiere, e non riporta orari: probabilmente risale al tempo dei lavori su via Cornigliano ed è rimasto sul posto insieme a una serie di altri cartelli che annunciano lavori in corso inesistenti. Cartelli analoghi per chi arriva da Levante sono posti in via Ansaldo e in corso Perrone, mentre non si trovano allo sbocco di via 30 Giugno.
Spetterà alla magistratura verificare se questa segnaletica sia abbastanza chiara anche per chi non è pratico della viabilità, come spesso accade a chi guida mezzi pesanti. Basti pensare che il tir coinvolto nell’incidente mortale è della ditta Fedlogistica di Modena e il 40enne marocchino che lo guidava probabilmente non conosce bene l’italiano, visto che la polizia locale aveva chiesto l’ausilio di un interprete mentre lo accompagnava all’ospedale Villa Scassi per le analisi ematochimiche e tossicologiche, alle quali è risultato negativo. E comunque non è detto che, leggendo “via Cornigliano”, un autista senza esperienza di Genova sappia identificarla. Del resto quasi tutti i cartelli riportano un divieto di transito, ma non l’indicazione di una direzione obbligatoria verso le strade alternative.
È anche possibile che alcuni camionisti siano tratti in inganno dai navigatori satellitari. Le app più diffuse, come Maps e Waze, non permettono di impostare come tipo di veicolo un autoarticolato e quindi non comunicano i divieti specifici. Per un ipotetico itinerario dal casello di Genova Aeroporto all’area logistica di Campi, punto di partenza o destinazione per molti mezzi pesanti, il percorso corretto (e in teoria anche il più breve) sarebbe quello che attraversa la strada Guido Rossa, la rotatoria Tenco e via della Superba per poi connettersi a via 30 Giugno.
In questi giorni, però, sono in atto chiusure a causa delle operazioni di varo del nuovo “ponte del papa”. E quindi i tir diretti in Valpolcevera da Ponente vengono deviati con apposita segnaletica su un lungo e tortuoso percorso alternativo: lungomare Canepa, via Milano, via Pietro Chiesa, di nuovo lungomare Canepa, quindi via Molteni, via Pacinotti e via Pieragostini. Indicazioni, non sempre chiarissime, che forse non sono recepite dai sistemi informatici. E in ogni caso risulta sempre molto più comodo “tagliare” su via Cornigliano. Anche questo elemento potrebbe forse aver influito sul tragico incidente.
Una mozione approvata all’unanimità nel 2022 in Municipio Medio Ponente impegnava il Comune a estendere il divieto di transito all’intera giornata. E oggi c’è chi chiede a gran voce l’introduzione di una zona a traffico limitato con accessi controllati e riservati ai residenti, come avviene per esempio a Nervi. Nel frattempo Tursi ha fatto sapere che le multe in via Cornigliano sono aumentate del 58% in cinque anni, anche se i posti di blocco – magari con funzione educativa, come è stato fatto in altri casi – restano un’eccezione.