Genova. Il Comune di Genova sta valutando tre aree private in Valbisagno per ospitare i bus Amt che a breve saranno “sfrattati” dalla rimessa delle Gavette e Staglieno in vista dei lavori previsti dal progetto degli assi di forza. A spiegarlo è l’assessore alla Mobilità Matteo Campora a pochi giorni dall’incontro in cui i sindacati hanno chiesto soluzioni alternative per evitare che i mezzi in servizio nel Levante cittadino siano parcheggiati nel Ponente, scelta che causerebbe disagi agli autisti e difficoltà nella gestione del servizio.
Tutto ruota intorno all’acquisizione dell’ex officina Guglielmetti: il Comune l’aveva ceduta alla Coop per l’ampliamento del centro commerciale, ma visto che il progetto deve ancora decollare – e vista la fame di spazi per i mezzi di Amt e delle altre partecipate – ha avviato l’iter per ricomprarla tramite Genova Parcheggi e Amiu. “L’acquisizione avverrà appena avremo l’autorizzazione dal ministero, che ci aspettiamo nei prossimi giorni – spiega Campora -. A gennaio contiamo di averla disponibile come area di parcheggio“. La cifra sborsata da Tursi, che aveva ceduto 24mila metri quadrati per 25 milioni di euro, dovrebbe aggirarsi sui 7 milioni per rientrare in possesso dell’edificio.
I lavori sulla rimessa Gavette, che in futuro accoglierà i bus elettrici da 18 metri per la sosta e la ricarica notturna ma anche aree verdi per il quartiere sulla nuova copertura, erano previsti in partenza ad agosto. Ma il cantiere non potrà essere avviato finché non sarà pronta un’area tampone per trasferire un centinaio dei circa 200 mezzi oggi assegnati al deposito. Tursi era corsa ai ripari individuando uno spiazzo a Campi, sotto il ponte San Giorgio, ma per le linee del Levante e della Valbisagno sarebbe una soluzione troppo scomoda.
“Ci sono due-tre aree private che abbiamo visto, più piccole di 15mila metri quadrati. Non possiamo ancora dire quali perché le trattative sono in corso”, taglia corto l’assessore. Qualche ipotesi? Tra i siti già vagliati in passato dal Municipio c’è ad esempio un capannone in disuso su un’area incolta a Struppa, in sponda sinistra tra il ponte della Canova e via Da Verrazzano. Ma anche l’ex cava Zanacchi di via Adamoli, già deposito di mezzi pesanti oltre che sede di alcune aziende, dove Amt ha già un magazzino operativo. Altri luoghi possibilmente interessanti sono il fangodotto della Volpara, prossimo alla dismissione, e il villaggio degli operai dello scolmatore del Bisagno in zona Ligorna. Ma per queste aree la disponibilità non sarebbe immediata, mentre il Comune ha bisogno di accelerare i tempi.
Del resto quello destinato ad aprirsi nei prossimi anni è un risiko piuttosto complesso. Tramontato il progetto della rimessa per il Levante allo stadio Carlini (ufficialmente per ragioni economiche) e confermato solo il parcheggio di interscambio in via delle Campanule, la Valbisagno rimarrà cruciale come polo logistico per i mezzi di Amt. E probabilmente gli spazi attuali non basteranno, visto che le vetture di grandi dimensioni cresceranno di numero e avranno bisogno di infrastrutture per la ricarica che oggi non esistono. D’altra parte l’area di Campi – su cui ha messo gli occhi anche Spinelli – potrebbe non essere solo una soluzione temporanea: “Quando andremo a riqualificare la rimessa di Sampierdarena, anche se non subito, servirà un appoggio. E in prospettiva sarà importante anche per Amiu”, conclude Campora.