Genova. Sciopero di 24 ore e presidio al piano partenze proclamato per venerdì 19 maggio all’Aeroporto di Genova dall’Usb Lp trasporto aereo.
Queste le motivazioni comunicate in una nota: “l’Aeroporto di Genova è purtroppo da anni stabilmente inchiodato intorno alla 20° posizione tra gli aeroporti italiani per dati di traffico nonostante il capoluogo ligure sia la sesta città d’Italia per abitanti. Quando la nuova direzione si insediò cinque anni or sono lo scalo genovese metteva nel mirino il traguardo importante dei 2 milioni di passeggeri. Nonostante questo obbiettivo di significativo miglioramento, in un incontro tenutosi presso Autorità Portuale per la presentazione degli obbiettivi per gli anni a venire della nuova direzione appena insediata, fu annunciato che tra gli obbiettivi vi era ridurre il costo del personale e introdurre flessibilità. È bene ricordare questo passaggio per sgomberare il campo da equivoci. Non è a causa della crisi conseguente al covid che assistiamo a un peggioramento costante delle condizioni di lavoro in Aeroporto. Certo la crisi pandemica ha travolto tutto compreso il trasporto aereo, ma le problematiche di Aeroporto di Genova erano preesistenti, prova ne sia che la ripresa post covid vede il nostro scalo con performance ben inferiori agli altri scali italiani con caratteristiche simili”.
Secondo l’Usb il vero problema è “la assoluta mancanza di una strategia di rilancio. Mancanza che naturalmente non è solo di Ags, ma anche di proprietà ed enti locali sempre pronti però ad annunci propagandistici utili solo a coprire appunto il vuoto di idee. È quindi chiaro che in assenza di serie strategie di rilancio che schiodino Aeroporto da quel triste ventesimo posto, si vedono costretti ad agire sul fronte della riduzione del costo del lavoro e della precarizzazione dello stesso”.
Il personale, comunica l’Usb, “è diminuito sensibilmente senza essere rimpiazzato e come ultimo tassello si è ottenuta la tanto agognata flessibilità. Attenzione, però. Il fatto che questa abbia assunto la forma di un orario multi periodale con carichi di lavoro (10 giorni in più nel periodo estivo) totalmente insensati rispetto alla realtà del traffico la dice lunga sul vero obbiettivo della Direzione. Se lo scorso anno si era rimandato l’avvio della flessibilità, introdurla quest’anno che sono previsti 400 voli in meno, significa che non è la funzionalità il fine di questa operazione. Messa in cassaforte la flessibilità grazie al fatto che la direzione ha ottenuto di blindarla nell’integrativo, ora si sperimenta un nuovo modello che sarà fatto di flessibilità, precarizzazione del lavoro e riduzione del personale fisso”.
Una strategia che viene ritenuta sin troppo chiara dal sindacato. “In assenza ed incapace di piani seri di rilancio, la direzione presenta il conto assai salato ai lavoratori, cui si aggiunge in ultimo anche un po’ di sana lezione disciplinare nel caso non abbiano ben compreso la lezione”.
L’Usb dà anche un appuntamento dalle 10 alle 13 per decidere le nuove azioni da intraprendere. “Serve un segnale forte alla nuova direzione e al nuovo Cda che si insedierà che i lavoratori vogliono chiarezza sul futuro di Aeroporto e non sono disposti a pagare il prezzo dell’incapacità direzionale. Usb dichiara fin da ora che chiederà conto anche alla silente proprietà e continuerà in questa lotta per cambiare l’attuale situazione con coerenza e determinazione”.