Il processo

Ponte Morandi, la relazione della finanza: dal 2010 al 2017 diminuivano i costi di manutenzione ma salivano i dividendi

E sui costi Autostrade era in controtendenza con tutte le altre concessionarie

Generico maggio 2023

Genova. Meno spese per la manutenzione e più dividendi per i soci. E’ questo il quadro tracciato questa mattina nel processo in corso per il crollo dal colonnello della Finanza Ivan Bixio, che coordinò le indagini e a cui la Procura di Genova aveva delegato una relazione sulla catena partecipativa di Autostrade per l’Italia, sui flussi dei dividendi distribuiti e sull’analisi dei costi per la manutenzione.

Bixio, rispondendo alle domande del pm Marco Airoldi, ha mostrato diversi grafici. Quello sui dividendi che sono saliti dai 516 milioni di euro del 2010 fino al picco del 2017, con oltre 2,5 miliardi, di cui 711 milioni relativi all’attività ordinaria (e il resto in utili e dividenti straordinari dovuti a un riassesto di gestione). In totale nei sette anni presi in considerazione i dividendi ammontavano in totale a 7 miliardi e mezzo di euro.

Parallelamente, ha mostrato Bixio, che oggi guida il comando provinciale di Reggio Emilia, sono diminuiti i costi di manutenzione che sono contenuti a bilancio dentro la voce “costi per servizi” come mostrato dal grafico contenuto anche nella memoria della Procura.

Generico maggio 2023

Un andamento in netta controtendenza, è stato dimostrato oggi in aula, rispetto a tutte le altre concessionarie. Come si può vedere nel grafico (anche questo allegato alla memoria della Procura) derivato da un’analisi compiuta dalla Corte dei conti mentre i costi di produzione del settore autostradale tendono ad aumentare negli anni presi in considerazione, nello stesso periodo, la medesima voce considerata in Aspi è in netta controtendenza, evidenziando un andamento decrescente nel tempo.

Generico maggio 2023

Come ha ricordato Bixio, Autostrade, privatizzata nel 1999 e in mano ai Benetton al 100% dal 2003 al 2017 quando entrarono due soci minori per un totale di partecipazioni pari a circa l’8%.

La replica dei legali di Castellucci: “In merito al dibattuto e spesso frainteso tema delle manutenzioni, dei costi e dei profitti di ASPI, sono i numeri a parlare: secondo la ricostruzione della GdF dal 2012 al 2017 la percentuale di costi di produzione sostenuti da ASPI (che rappresenta meno del 50% della rete autostradale nazionale) sono sempre stati largamente superiori rispetto a quelli di tutti gli altri operatori, pubblici e privati. In particolare, nel 2012 rappresentavano l’87% delle spese del comparto ed erano passati al 64% nel 2017 in ragione della conclusione dei lavori per la costruzione della cosiddetta Variante di Valico. Pur rappresentando ASPI solo circa il 50% della rete”, cosi’ in una nota i legali di Castellucci, ex amministratore delegato di Autostrade e Atlantia. “Il dibattimento ha permesso anche di mostrare la lettura fuorviante e incompleta nei grafici presentati e relativi ai dividendi ricevuti da Atlantia. Manca del tutto Aeroporti di Roma, una società controllata da Atlantia, mentre stranamente compare Mediobanca. Ancora, la voce del bilancio utilizzata per cercare di dimostrare un calo dei costi di manutenzione è in realtà una voce più ampia che include anche tutti gli investimenti per potenziamento della rete, mentre sembrano essere state ignorate le cifre legate alla reale manutenzione contenute nella nota integrativa. Insomma, le relazioni presentate mostrano diverse lacune e il tentativo di comparare dati di diversa natura e tipologia”, continuano gli avvocati. I difensori concludono specificando che “quanto infine ai dividendi, la cifra di 711 milioni per il 2017 (depurato delle operazioni straordinarie) rimane comunque sostanzialmente inferiore rispetto a quella di oltre un miliardo (1.167.761.000 €) prevista dall’azienda per il 2022 nel piano finanziario poi approvato dal Ministero delle Infrastrutture nel marzo dello scorso anno”.

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