Genova. Prima lo scorso agosto il ritrovamento di una mandibola, certamente umana in quanto presenta una capsula dentaria, poi a marzo il ritrovamento di altre ossa nella stessa zona da parte del giornalista della trasmissione Chi l’ha visto, inviato a Casella proprio per ritornare sul tema del precedente ritrovamento.
Ora la Procura di Genova ha deciso di riunire in un unico fascicolo entrambi i ritrovamenti e di inviare le ossa al Ris di Parma perché siano esaminate. Il sostituto procuratore Valentina Grosso ha aperto un fascicolo per “istigazione al suicidio”, un’ipotesi di reato scelta per poter effettuare gli accertamenti.
Il Ris dovrà in primo luogo stabilire se si tratti di ossa umane e nel caso se appartengano a un uomo o a una donna. E se si tratterà di ossa umane la Procura dovrà chiedere al Ris di estrarre il Dna.
Il ritrovamento delle ossa in questi mesi ha creato molte aspettative nelle famiglie di alcune persone scomparse e in particolare nella famiglia di Maria Imparato.
Maria viveva proprio a Casella quando è scomparsa nel nulla 28 anni fa a circa 500 metri in linea d’aria dal luogo del ritrovamento. Era il giorno di San Valentino, il 14 febbraio 1995, quando Maria Imparato è uscita di casa in pelliccia e in pantofole, senza nemmeno chiudere la porta a chiave, come se qualcuno l’avesse chiamata all’improvviso magari citofonando al portone e lei fosse scesa mettendosi la pelliccia addosso ma senza pensare di dover stare via molto.
Invece Maria Imparato, che all’epoca aveva 49 anni, non ha mai fatto ritorno. A Casella Maria era andata a vivere da poco. Dopo un momento di crisi matrimoniale era tornata a vivere con il marito Raffaele e le figlie Daniela e Sabrina e proprio per lasciarsi tutto alle spalle dalla Castagna si erano trasferiti a Casella. (in questo articolo di qualche anno fa Genova24 aveva raccontato in dettaglio la storia di Maria Imparato e della sua famiglia). Ma quella mattina è scomparsa nel nulla. Forse ha incontrato un uomo? Maria aveva avuto delle storie in passato, forse qualcuno è andata a trovarla proprio il giorno di San Valentino? E poi cosa è successo? Una lite, un diverbio? Maria è stata uccisa da qualcuno? E’ questo il sospetto che da anni attanaglia la sua famiglia, senza però poter avere alcuna certezza.
Daniela e Sabrina non si sono mai arrese nonostante le indagini siano state frettolosamente archiviate allora come una allontanamento volontario e i tentativi di farle riaprire non abbiano sortito l’effetto sperato.
E anche lo scorso autunno l’ennesima delusione visto che, dopo il ritrovamento della mandibola, la Procura non aveva iscritto nessun reato nel fascicolo relativo e aveva soltanto ‘avvisato’ le famiglie delle persone scomparse che le ossa erano “a disposizione” per l’estrazione del Dna, con costi tuttavia a carico delle famiglie in qualche laboratorio privato, nonostante la capsula dentaria del reperto sarebbe stata installata proprio nello stesso punto in cui la Imparato si era, poco prima della scomparsa, sottoposta allo stesso intervento odontoiatrico, come aveva confermato alle figlie lo stesso dentista della madre che tuttavia. Tuttavia con il passare del tempo, il medico aveva mandato al macero le radiografie e la documentazione relativa ai vecchi pazienti.
Ora l’iscrizione di un’ipotesi di reato, ancorché generica, dopo il secondo ritrovamento potrebbe cambiare le cose: “Pensiamo che aver unito in unico fascicolo la documentazione inerente la mandibola ritrovata a fine agosto 2022 e le ossa ritrovate a febbraio 2023 sia stata una decisione importante – dicono Daniela e Sabrina Roccu – Far analizzare entrambi i reperti dal Ris di Parma per noi famiglie è un grande sollievo, visto che inizialmente sembrava che questo esame dovesse essere a carico nostro. Dato che non si dovrebbe escludere una qualsiasi forma di reato, ci auguriamo che sempre il RIS di Parma si occupi del prelievo del nostro Dna per il confronto con quello dei due reperti”.
Probabilmente, visto che il Ris di Parma ha come sempre molto lavoro, ci potrebbero volere molti mesi per avere i primi risultati, ma ancora una volta, le famiglie degli scomparsi tornano a sperare almeno in una risposta. Oltre a Sabrina e Daniela Roccu, ci sono anche i parenti di
Giovanni Trucco, 85 anni, scomparso da Montoggio nel novembre 2007 e Riccardo Lorenzelli, scomparso nel 2008 a 93 anni da San Fruttuoso. Anche loro avrebbero avuto una capsula simile a quella ritrovata sulla mandibola e anche loro chiedono alla Procura di indagare e analizzare i reperti.