Genova. Un impegno preso con il ponente. “Abbiamo la possibilità di fare tutti i cassoni della nuova diga fuori da Pra’ e faremo tutti i cassoni fuori da Pra’”. Alla fine, è stato il viceministro alle Infrastrutture e trasporti Edoardo Rixi, intervenendo al consiglio monotematico del municipio Ponente dedicato al futuro del porto, a strappare l’unico applauso dei comitati che, fuori dalla sede del municipio hanno assistito al consiglio in diretta su uno schermo, non lesinando fischi e grida di protesta.
“Le cose sono partite con il piede sbagliato ma ci abbiamo messo mano appena possibile, oggi io dico che abbiamo la possibilità e faremo tutti i cassoni fuori da Pra’, io rappresento il governo e mi prendo impegni chiari, stiamo collaborando con il ministero dell’ambiente per fare in modo che arrivino le autorizzazioni in tempi utili a togliere la necessità di avere i cantieri su Pra’, inoltre abbiamo anche la possibilità di avere questi cantieri su Piombino ma quello che vorremmo fare è concentrare su un unico sito, e quel sito dovrebbe essere Vado Ligure, per questo accelereremo su alcune opere che Vado aspetta da tempo perché è giusto che quel territorio abbia una contropartita”, ha proseguito Rixi confermando che stanno procedendo sia le interlocuzioni con il Comune di Vado Ligure sia con il ministero dell’Ambiente, che è quello che deve dare le autorizzazioni.
“Stiamo mettendo in campo, come governo, tutte le forze possibili per fare un’opera che non uno ma tre governi hanno dichiarato prioritaria, è chiaro che ci sono anche obbiettivi da rispettare trattandosi di fondi Pnrr ma questo non vuol dire che non si possano essere evitate esternalità negative su chi vive in determinati territori”, ha concluso.
Più cauto il presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini. “L’ipotesi che resta sul piatto per Pra’, al momento, è al massimo la costruzione di 15 cassoni su 93 in totale per la nuova diga, e non saranno più alti di 16 metri, non previsto alcun ampliamento oltre il sesto modulo, quello che in questo momento si prevede davanti a Pegli Lido è un cantiere logistico dove potranno essere prefabbricati forse dei cassoni ma comunque altre strutture più contenute, i cosiddetti massi guardiani o tubature”.
“Vergogna!”, “Non ne vogliamo neanche uno!”, le urla di reazione dei cittadini, fuori dalle finestre, fatte chiudere (inutilmente) ai dipendenti municipali. Signorini ha comunque provato a rassicurare: “Potremmo presto avere il via libera del ministero dell’Ambiente per la costruzione di tutti i cassoni a Vado e iniziare a giugno a costruirli già a Vado, questa sarebbe l’opzione migliore per Pra’ ma resta una residua possibilità che qualche cassone possa essere realizzato qui”. I cittadini, fuori dalla sede hanno continuato a protestare anche quanto ha preso parola il sindaco di Genova Marco Bucci: “Noi vogliamo realizzare tutti i cassoni a Vado ma servono alcune condizioni, tra cui il cantiere logistico di cui ha parlato Signorini, dobbiamo impegnarci tutti, comitati compresi”.
Alla seduta del consiglio anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e l’assessore al porto Francesco Maresca hanno risposto all’appello del presidente del municipio Guido Barbazza (centrodestra). Lo stesso municipio ha votato all’unanimità, all’inizio di aprile, una mozione contraria all’espansione del terminal.
Prima dell’inizio del consiglio è stato letto un documento elaborato dalla rete dei comitati, quella che il 25 marzo scorso ha portato 5000 persone in piazza contro le ipotesi di ampliamento del porto e la costruzione dei cassoni davanti a Pegli Lido.
“Chiediamo alle istituzioni oggi presenti di essere tutelati con atti formali e che si trovi un’alternativa alla realizzazione della fabbrica dei cassoni in questo quartiere”.
Laura Michelini, portavoce dei comitati, ha ribadito la richiesta della garanzia del mantenimento dell’accordo del 1999 che stabiliva come confini del terminal il “sesto modulo” a levante e rio San Giuliano a ponente – mentre la fabbrica dei cassoni sarebbe di fatto un’estensione a levante del porto – inoltre ha parlato di “difficile convivenza tra quartieri e porto, non è accettabile pensare di risolvere con il meccanismo delle compensazioni l’arrivo di nuove servitù visto che stiamo ancora aspettando le compensazioni previste per opere ultimate da anni”.
Nel documento, Michelini, ha chiesto anche chiarimenti sui lavori in corso al sesto modulo (cui ha risposto Signorini parlando appunto di cantiere logistico). “Siamo stufi di vedere il nostro territorio nuovamente minacciato da ampliamenti” ha concluso.
All’inizio del consiglio c’è stato un momento di raccoglimento in ricordo della consigliera municipale Eleonora Bruzzone, morta a 37 anni dopo una lunga malattia. Sullo scranno da lei occupato, con la lista Vince Genova,un mazzo di fiori. In aula fra il pubblico anche la madre e le sorelle.