Genova. Non cambia nulla ma politicamente la decisione è clamorosa. La prima sezione del Tar Liguria, riunita il 7 maggio, ha annullato l’aggiudicazione della gara per la nuova diga foranea del porto di Genova, il cui avvio dei lavori è stato celebrato meno di una settimana fa con una grande cerimonia. La decisione dei giudici amministrativi è stata pubblicata oggi – qui il documento – ed ha fatto tremare i muri dell’Autorità portuale, che ha gestito la gara.
Non cambia nulla, ovvero il consorzio PerGenova Breakwater, guidato da WeBuild, continuerà a costruire la diga e il contratto firmato non decade. Trattandosi di opera finanziata con le risorse previste dal Pnrr, “e trovando applicazione l’articolo 125 del codice del processo amministrativo, l’annullamento dell’affidamento non comporta la caducazione del contratto già stipulato”. Così dice la normativa e che i lavori sarebbero stati al riparo era noto da mesi.
“Ai troppi signori del no che ancora popolano il nostro paese, per interesse o per mediocrità, stavolta possiamo dire: riponete pure festoni, trombette e palloncini colorati. La festa dell’immobilità non verrà celebrata”. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il sindaco di Genova Marco Bucci, in una nota congiunta: “Se ne facciano una ragione i tanti comitati dediti all’immobilismo e le troppe imprese che ancora oggi ritengono che i ricorsi siano il metodo per far correre la nostra economia, arrecando danno anche a loro stesse”.
Stringata la nota dell’Autorità portuale, arrivata qualche ora dopo la notizia: “In merito all’odierna sentenza si precisa che i lavori proseguiranno secondo cronoprogramma non avendo la sentenza effetti sul contratto. Tra le varie contestazioni sollevate dal ricorrente Consorzio Eteria i giudici hanno accolto un solo motivo di ricorso che sarà oggetto di appello, fermo restando che la posizione del consorzio è anche oggetto di verifiche da parte dell’amministrazione, come dà atto nella sentenza lo stesso Tar”.
L’illegittimità dell’atto ha valore solo ai fini risarcitori. “Solo”, si fa per dire. Si tratterebbe di un risarcimento milionario, che palazzo San Giorgio dovrebbe sborsare in caso di conferma della decisione dei giudici. Ma l’iter giudiziario si profila lunghissimo. Ci saranno sicuramente ricorsi in consiglio di Stato. Anche perché oltre al risarcimento, se venisse evidenziata l’illegittimità della gara, scatterebbe anche la possibile accusa di danno erariale. Insomma, un bel guaio che avrà immediate ripercussioni e reazioni sul fronte politico.
Il ricorso, ricordiamo, era stato presentato da Eteria, il consorzio guidato dai gruppi Gavio e Caltagirone con la spagnola Acciona e Rcm costruzioni, contro l’aggiudicazione della gara per la realizzazione della nuova diga foranea del porto di Genova al consorzio composto da Webuild, Fincantieri e Fincosit. In passato il Tar aveva rigettato la sospensiva richiesta dai ricorrenti, cosa che avrebbe ostacolato e ritardato di almeno sei/otto mesi l’avvio dei lavori, iniziati ufficialmente con la cerimonia del 4 maggio scorso.
Il valore della gara, per il primo lotto della diga, è di circa 920 milioni. Il costo complessivo dell’opera è previsto in 1,3 miliardi di euro. La nuova diga è progettata per sorgere davanti al porto vecchio di Sampierdarena, su un fondale di profondità massima di 50 metri, lunga 6,2 chilometri, distante 450 metri dalla diga foranea esistente. Il programma dei lavori prevede la conclusione entro la fine del 2026, almeno del primo lotto.