Recensione

Norma, debutto al Carlo Felice: ovazioni per i cantanti, divide l’allestimento fotogallery

Una prima che ha visto il pubblico particolarmente entusiasta per la prova dei protagonisti, in particolare Stefan Pop (Pollione) e Vasilisa Berzhanskaya (Norma)

norma

Genova. Ovazioni, parecchie, per cantanti e direttore sia durante sia al termine della prima di Norma, al debutto martedì 2 maggio al Teatro Carlo Felice (repliche sino all’11 maggio) nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Carlo Felice in coproduzione con Fondazione Teatro Comunale di Bologna. Rumoroso, anche se non condiviso da tutta la platea, il dissenso per l’allestimento e la regia di Stefania Bonfadelli, che ha scelto di spingere moltissimo su un’ambientazione devastata dalla guerra con controscene fatte di movimenti di lotta, violenza verso le donne, esecuzioni sommarie sia durante la sinfonia, sia durante il procedere dell’opera, a fare da sfondo ingombrante alle interpretazioni dei cantanti.

Aspetti che non compaiono nel libretto e che per questo hanno disorientato il pubblico. Della foresta sacra dei druidi restano solo mozziconi di legno, un paesaggio quasi lunare (scenografia di Serena Rocco). La quercia votata al dio Irminsul e l’altare sono assenti, sostituiti da un brullo piano inclinato. I romani sono in divisa mimetica, mentre i galli vestono abiti anonimi, tra il grigio e il marrone. Spesso portano lunghi cappotti (costumi di Valeria Donata Bettella).

Norma diventa così una sacerdotessa-guerriera, con tanto di corpetto per lei e per le ministre del tempio. La tradizionale veste bianca diventa un mantello utilizzato solo durante la celebre aria Casta Diva e in una scena, anch’essa assente nel libretto all’inizio del secondo atto, insanguinato dal sacrificio di un agnello prima che Norma decida di non trasformarsi in Medea scegliendo di non uccidere i suoi figli. L’ultima libertà che Bonfadelli sceglie di prendersi è la sostituzione del rogo finale con un omicidio-suicidio compiuto da Norma stessa: donna che sceglie così di compiere il suo destino con propria mano. C’è da dire che l’effetto scenico risulta di grande impatto anche grazie al sapiente uso delle luci di Daniele Naldi, anch’esse protagoniste.

Veniamo ai cantanti che sono stati giustamente applauditi: Vasilisa Berzhanskaya è una Norma a tutto tondo, di grande intensità anche nell’interpretazione drammatica del personaggio. L’aria Casta Diva forse ha peccato in emissione, inizialmente, ma il mezzosoprano ha recuperato alla grande in un crescendo che ha avuto picchi pregevoli nel secondo atto anche nei duetti, apprezzatissimi ed emozionanti.
Stefan Pop è uno dei migliori Pollione visti a Genova da un bel pezzo: voce squillante, tanta intensità e colorature davvero pregevoli. Carmela Remigio è un’ottima Adalgisa a livello vocale e scenico. Senza sbavature l’Oroveso di Alessio Cacciamani, la Clotilde di Simona di Capua e il Flavio di Blagoj Nacoski.

Si vede che Riccardo Minasi ha studiato Norma a menadito da anni: una direzione sicura, convincente e coinvolgente, capace di toccare le corde emotive dello spettatore.

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