Genova. “No Skymetro, sì tram”. È il messaggio sugli striscioni che sono apparsi da qualche giorno sulle facciate dei palazzi in Bassa Valbisagno, nelle zone interessate dal passaggio della metropolitana sopraelevata, finanziata dal Governo con 398 milioni, che collegherà Brignole a Molassana con sei stazioni intermedie. Un’azione di protesta, incoraggiata dal comitato che si oppone all’opera, che prelude alla manifestazione del 12 maggio in piazza Romagnosi. Nel frattempo va avanti la progettazione definitiva, affidata a Systra Sotecni-Italferr-Architecna, un lavoro lungo e complesso che potrebbe nascondere più insidie del previsto.
“La partecipazione si fa anche usando gli spazi pubblici, o meglio, in questo caso, gli spazi privati che danno sul pubblico, per far circolare idee, intenzioni, contrarietà, desideri – scrivono gli attivisti del comitato Opposizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile -. Chi vuole, insomma, si faccia uno striscione, per promuovere i temi del comitato o quelli che vuole. Almeno i panorami sono cosa di tutti e in città sono cosa condivisa”.
Il 12 maggio l’appuntamento sarà alle 18.00 in piazza Romagnosi, poi alle 20.00 si terrà un “aperitivo di sottoscrizione” per aderire alle nuove iniziative in programma. Una “manifestazione per tutti”, scrivono gli organizzatori, con lo scopo di “raccontare le novità sull’opera, quanto siamo riusciti a scoprire sulle criticità del progetto, sulle proposte possibili e per continuare a promuovere un confronto ed una discussione pubblica”.
Intanto i progettisti si sono messi al lavoro, ferme restando le indicazioni dell’assessore Matteo Campora, corrispondenti alle promesse fatte durante gli incontri pubblici: nessun pilone nell’alveo del Bisagno e nessun albero tagliato in corso Galilei e corso Galliera, perché la linea, una volta superata la stazione Brignole, passerà in sponda destra fino allo stadio. Vincoli che impongono numerose complicazioni tecniche rispetto agli studi di fattibilità, anche perché i binari dovranno avere un raggio di curvatura sufficiente in poco spazio. L’ipotesi di una piattaforma strallata, emersa qualche mese fa, sembra adesso scartata dai tecnici che propenderebbero per soluzioni meno complesse e onerose.
Eppure la “svolta” da Brignole non sarebbe il problema numero uno, da quanto assicurano fonti dell’amministrazione comunale. Maggiori preoccupazioni riguardano ad esempio la collocazione dei vari piloni (all’incirca uno ogni 32 metri) che sosterranno il “bruco” ricoperto di pannelli fotovoltaici, per non incorrere in stop al progetto che farebbero dilatare ulteriormente i tempi (ad oggi si stima il 2028 come fine dei lavori).
Anche perché, come si leggeva nello studio preliminare, “le valutazioni idrauliche sono state effettuate considerando già funzionante lo scolmatore delle portate di piena del torrente Bisagno previsto dal piano di bacino attualmente in fase di realizzazione”. Opera che rischia di scontare pesanti ritardi a causa degli intoppi tecnici e giudiziari. Complicate saranno poi le interferenze da risolvere in sponda destra a Marassi: una su tutte, l’edificio scolastico dell’istituto Firpo-Buonarroti che verrebbe quasi lambito dalla stazione al servizio dello stadio Ferraris.
La linea, come noto, avrà un binario unico che si sdoppierà in corrispondenza delle stazioni. L’intera tratta sarà coperta da pannelli fotovoltaici a elevata efficienza che produrranno l’energia elettrica necessaria al suo funzionamento. Si potranno montare sulla struttura circa 7.500 pannelli, per una potenza installata pari a 3 megawatt. I treni saranno quelli già in servizio sulla metropolitana: 80 metri di lunghezza e una capienza di 442 passeggeri per un totale di 8.840 posti offerti all’ora. L’intero tratto tra Brignole e Molassana (e viceversa) si potrà percorrere in 11 minuti a una velocità commerciale media di 37 km/h. La frequenza prevista è di 6 minuti nelle fasce orarie di punta.
Le stazioni saranno sette a partire dall’attuale capolinea di Brignole: Marassi, in corrispondenza di via Angeli del Fango davanti allo stadio (l’unica in sponda destra); Parenzo, tra il piazzale e i giardini Cavagnaro; Staglieno, all’altezza del cimitero; Adriatico, tra via Laiasso e ponte Carrega; Bligny, tra il ponte Guglielmetti e il piazzale; San Gottardo, tra la Sciorba e ponte Gallo; Molassana, davanti alla cava, che fungerà da capolinea e deposito per i treni in attesa del prolungamento verso Prato, che non è stato ancora finanziato.
Le fermate, come tutta la linea, saranno sopraelevate a un’altezza di 6,15 metri dal livello della strada e avranno un’unica banchina centrale tra i due binari, accessibile con scale tradizionali e ascensori. Il collegamento con la sponda destra, la più densamente abitata tra Staglieno e Molassana, sarà assicurato semplicemente da ponti e passerelle pedonali esistenti con la possibilità di creare percorsi protetti dedicati. Una delle novità è che ci saranno tre nuovi parcheggi di interscambio (oltre a quello nella rimessa di via Bobbio): uno nelle vicinanze di piazzale Adriatico, in un’area da espropriare nei pressi del viadotto Bisagno, uno alle Gavette e un altro a Molassana nell’ex cava davanti a ponte Fleming.