Genova. Si muovono su due fronti le indagini sull’incidente mortale costato la vita a Maria Mercedes Moran Huayamave, travolta e uccisa da un tir ieri mattina mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali in via Cornigliano. Al vaglio degli inquirenti c’è il cellulare del camionista, per capire se fosse distratto quando ha investito la donna e suo marito. Ma anche la segnaletica stradale all’imbocco della strada, ritenuta da alcuni residenti scarsamente visibile e insufficiente, tanto che il passaggio dei tir (vietato dalle 9.00 alle 17.00 dei giorni feriali) risulta molto frequente.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti operata dalla sezione infortunistica della polizia locale, il camionista era fermo in coda prima delle strisce pedonali. Al momento di ripartire, si sarebbe messo in marcia senza accorgersi che i due avevano iniziato ad attraversare alla sua destra e li ha investiti con la motrice. L’impatto, nonostante la bassa velocità, è stato drammatico per la 50enne ecuadoriana, rimasta fatalmente schiacciata dall’autoarticolato. A chiarire definitivamente le cause della morte sarà l’autopsia che verrà eseguita domani. Per l’uomo che era con lei, un 60enne, solo fratture alla gamba, non così gravi da pregiudicare la sua sopravvivenza.
Un’ipotesi è che l’autista – risultato negativo all’alcol test e agli esami tossicologici – non stesse guardando la strada: per questo verrà analizzato anzitutto il suo cellulare, sequestrato ieri dalla polizia locale. Ma gli investigatori si stanno concentrando anche su un altro aspetto. Quel camion non avrebbe dovuto trovarsi lì in quel momento, in base all’ordinanza vigente. Ma il camionista è stato messo nelle condizioni di conoscere il divieto? Il cartello in realtà c’è: si trova al bivio tra via Siffredi e la strada Guido Rossa, arteria che dev’essere percorsa da tir, autotreni e simili in assenza di deroghe specifiche. Il punto è capire se la segnalazione fosse adeguata o meno. Da valutare anche il possibile ruolo ingannevole di un navigatore satellitare: le app più comuni non segnalano i divieti specifici per i camion ed è facile, seguendo le sole indicazioni del sistema, trovarsi a percorrere strade vietate. Un eventuale aspetto che, ovviamente, non può essere imputato all’amministrazione civica.
Ieri, oltre ai tanti residenti che denunciavano condizioni di scarsa sicurezza in via Cornigliano dovute soprattutto al passaggio frequente di mezzi pesanti nonostante i divieti, si è tenuto un presidio di protesta in strada. E oggi la rete dei comitati genovesi in un comunicato ha parlato di “tragedia annunciata” puntando il dito contro le “troppe deroghe concesse per lavori di somma urgenza che invece sono ben pianificati” e contro “la reiterata assenza di agenti di polizia municipale impegnati a garantire la sicurezza dei cittadini dimostrata anche dai diversi incidenti accaduti già subito dopo l’inaugurazione della nuova strada”, con riferimento alla “mancata segnalazione della rotatoria”.
Intanto il Comune in una nota stampa precisa che, “con l’intensificazione dei controlli da parte della polizia locale, è cresciuta del 58% l’attività sanzionatoria, dal 2018 al 2022. Il dato generale dice che, se nel 2018 le sanzioni complessive elevate in via Cornigliano sono state 1.018, negli anni successivi, fatti salvi il 2019 con mille sanzioni e, per motivi legati alla pandemia da Covid-19 nel 2020 con 840 multe, il numero di sanzioni è andato crescendo: 1.279 nel 2021 e 1.741 nel 2022. I dati aggiornati al 10 maggio 2023 sembrano confermare il trend, con 404 sanzioni elevate“.