Genova. Attraverso il sistema di luci e colori, il maxi schermo che campeggia sulla faccia del palazzo della Regione Liguria, in piazza De Ferrari a Genova, ha celebrato il Natale e il Capodanno, ha ricordato personaggi come Gianluca Vialli e Fabrizio De André, ha condiviso le bellezze della Liguria e i grandi eventi pubblici, ha mostrato messaggi di cittadini e dato informazioni.
Bene, continuerà a farlo per i prossimi tre anni. Questa la durata dell’accordo per l’installazione del mega-pannello a led, sponsorizzato da Iren, secondo quanto dichiarato dal vicesindaco di Genova Pietro Piciocchi, oggi, in consiglio comunale.
Piciocchi ha risposto a un’interpellanza presentata dal consigliere d’opposizione Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione) che, non nascondendo il proprio disappunto per quell’impattante struttura, ha anche chiesto contezza delle autorizzazioni e del rispetto del regolamento comunale in tema di affissioni e sicurezza stradale. Crucioli si è anche domandato se quella trasmessa sia comunicazione istituzionale o promozione con aspetti pubblicitari e quindi soggetta a canone.
Le autorizzazioni, come è ovvio che sia per un edificio pubblico, non mancano. Quella della sovrintendenza è datata 5 dicembre 2022 – spiega Piciocchi – dopodiché ci sono tutte le autorizzazioni degli uffici comunali di competenza. “Non ci risulta – aggiunge – che sia divulgata pubblicità commerciale attraverso lo schermo, come d’altronde non potrebbe essere concesso”.
Crucioli si è detto “negativamente colpito dalla durata dell’accordo, credo che al di là delle autorizzazioni, e mi stupisco che la sovrintendenza abbia consentito qualcosa del genere, vada fatta una valutazione anche politica e mi riservo azioni in merito”.
Tra gli aspetti evidenziati dal consigliere di minoranza il possibile mancato rispetto dei regolamenti di viabilità: secondo il codice della strada “è vietato collocare insegne, cartelli, manifesti, impianti di pubblicità o propaganda, segni orizzontali reclamistici, sorgenti luminose, visibili dai veicoli transitanti sulle strade, che per dimensioni, forma, colori, disegno e ubicazione possono ingenerare confusione con la segnaletica stradale, ovvero possono renderne difficile la comprensione o ridurne la visibilità o l’efficacia, ovvero arrecare disturbo visivo agli utenti della strada o distrarne l’attenzione con conseguente pericolo per la sicurezza della circolazione (…)”.
Ma non solo: “Soprattutto ci chiediamo come sia possibile che un ente come la Soprintendenza autorizzi questo e altri obbrobri paesaggistici, come ad esempio il progetto relativo a Corso Podestà che prevede l’abbattimento di pini centenari. O ancora, prenda dei clamorosi abbagli come nel recente caso del dipinto di Vincenzo Foppa, maestro del Rinascimento, valutato a Genova per 500 euro e battuto all’asta a New York per 300mila dollari, proprio perché – secondo i giudici del Tar – in sede di rilascio dell’autorizzazione, l’ufficio competente della Soprintendenza di Genova non avrebbe riconosciuto il valore della tavola. Ci sembra necessario e urgente avviare più di una riflessione su queste decisioni. Nel frattempo, presenteremo un ordine del giorno per impegnare il Sindaco e la Giunta a chiedere la rimozione immediata dell’orrendo catafalco luminoso da Piazza De Ferrari”.