Il processo

Il figlio di Riccardo Morandi: “Il progetto del ponte è da sempre all’archivio di Stato”. Ma Aspi non ne chiese copia fino a poco prima del crollo

Per molti anni i controlli e le attività di sorveglianza non avevano nemmeno come base i dettagli e i calcoli progettuali. Autostrade ebbe le copie dettagliate del progetto solo nel luglio del 2017

Maurizio e Mattia Morandi

Genova. Il progetto originario e completo del ponte Morandi è stato depositato nel 1983 dai figli di Riccardo Morandi, Maurizio e Bruno (quando il progettista era ancora in vita) presso l’archivio di Stato. E da allora nessuno in Autostrade ne ha mai chiesto copia fino al 2015 quando Aspi incaricò l’azienda di ingegneria Edin di chiedere copia del progetto nell’ambito degli studi per il progetto di retrofitting.

Quindi dall’epoca della costruzione del viadotto e fino a tre anni prima del crollo (per quasi 50 anni quindi) la concessionaria che avrebbe dovuto occuparsi della manutenzione e della sorveglianza del viadotto Polcevera non aveva mai visto e nemmeno fatta richiesta del progetto originario nella sua interezza né delle relazioni di calcolo relative alla pile.

La tesi sostenuta dal pm Massimo Terrile nella memoria depositata all’inizio del processo in corso per il crollo doveva questa mattina essere confermata dalla testimonianza in aula di Maurizio Morandi, figlio del progettista e che da sempre si è occupato di gestire il rapporto con l’archivio di Stato.

La testimonianza di Maurizio Morandi, che oggi ha 83 anni ed è arrivato a Genova accompagnato dal figlio Mattia, non ci sarà in quanto le parti per evitare all’anziano ingegnere un nuovo viaggio si sono accordate per acquisire la testimonianza rilasciata nel 2018 alla guardia di finanza che oggi è stata integrata con il deposito di una nuova memoria.

Quando era stato sentito dai finanzieri, delegati alle indagini dalla procura, Maurizio Morandi aveva spiegato che “Sulla base della convenzione stipulata con l’archivio di Stato ogni singola richiesta di consultazione o riproduzione doveva essere autorizzata da me, e nel ricordo della mia memoria non mi sembra di aver ricevuto oltre a quella di Fabio Brancaleoni datata 21 luglio 2015, altre richieste”. Morandi già allora aveva portato alla finanza tutta la documentazione in suo possesso relativa alle richieste di accesso”. Morandi aveva anche escluso che altre richieste potessero essere state fatte al fratello Bruno e ha chiarito di non aver tenuto per sé nessuna copia del progetto o di sue parti”.

Dopo l’autorizzazione rilasciata da Maurizio Morandi il 21 luglio del 2015 Fabio Brancaleoni nel gennaio 2016 chiede di poter procedere alla riproduzione del progetto. Il lavoro si conclude il 12 aprile 2017 quando il titolare della Edin informa l’allora responsabile dell’ufficio Progettazione e coordinamento Fulvio Di Taddeo, stretto collaboratore di Michele Donferri, di avere tutte le copie su un cd e che avrebbe provveduto a inviarle ad Aspi.

Anche da quella mail la Procura desume con certezza che Aspi e Spea almeno sino al 12.4.2017 (cioè sino a soli 6 mesi prima della approvazione del progetto da parte del consiglio di amministrazione) non avessero mai avuto a disposizione, almeno nella sua completezza, il progetto originale del viadotto Polcevera.

Circostanza, del resto, confermata anche da una lettera del 6 novembre 2008 dell’allora direttore del primo tronco di Aspi Stefano Marigliani: “Negli archivi della scrivente direzione tronco – scrive – Marigliani non è stato rintracciato alcun documento relativo al progetto originario del viadotto Polcevera”.

E un’altra lettera ancora precedente, risalente al 2004, inviata da Romano Romagnolo di Aspi a due imputato mostra l’affannosa ricerca delle relazioni di calcolo sugli stralli delle pile 9 e 10 contenute nel progetto originale, che non erano state rinforzate come era avvenuto negli anni Novanta per la 11 e che sembrano indispensabili “per procedere al monitoraggio degli stralli”.

Quindi dalla sua costruzione, tutte le attività di sorveglianza e manutenzione e anche i progetti di rinforzo, vennero realizzati senza una conoscenza approfondita del progetto originario del viadotto progettato da Morandi.

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