Il punto

Edificare in aree inondabili, le associazioni ambientaliste chiedono a Toti il ritiro della norma regionale

"Si fa passare il concetto che in tali aree esisterebbe comunque una minore pericolosità cosa smentita appunto da quanto avvenuto sotto i nostri occhi in questi giorni"

Alluvione marche

Genova. Dopo l’approvazione da parte della giunta regionale dello schema di regolamento per permettere l’edificabilità in terreni alluvionabili, seguendo alcune norme di sicurezza, continua la polemica politica su questo dispositivo, soprattutto in seguito alla tragedia che ha colpito l’Emilia Romagna.

“Le associazioni ambientaliste liguri firmatarie di questo comunicato ritengono quanto proposto un gravissimo errore ed anzi paventano la possibilità di un rischio grave per il territorio, per le abitazioni e per le stesse persone in caso in cui i contenuti di questo regolamento fossero approvati ed attuati – scrivono in una nota congiunta Italia Nostra, Legambiente, Lipu e WWF nelle loro emanazioni regionali –  Siamo ancora tutti scioccati da quanto è avvenuto (e purtroppo sta ancora avvenendo) in Emilia Romagna e nelle Marche: un’alluvione dalle dimensioni enormi dovuta essenzialmente a due fattori 1) una mancata manutenzione e una mala gestione del territorio con un accentuato fenomeno di cementificazione; 2) la spinta che i mutamenti climatici stanno dando agli avvenimenti metereologici che si configurano sempre di più come eventi estremi”. 

“Nello schema di regolamento si cerca di far passare il concetto che esiste un rischio minore nel costruire e fare interventi di varia natura accanto a fiumi, torrenti e rivi a secondo della loro portata. Tutto ciò è veramente reso ancora più grave dal fatto che esattamente qualche giorno dopo che la giunta regionale ha approvato questo schema di regolamento sia successo quello che abbiamo sotto gli occhi e che per fortuna questa volta ha risparmiato il territorio ligure, ancora più fragile e ancora più cementificato. Cogliamo l’occasione per formulare tutta la nostra solidarietà e vicinanza alle popolazioni colpite e piangiamo le persone che hanno perso la vita a seguito dei tragici event”i. 

“Ritornando al regolamento ligure – continua la nota –  in particolare sono gli articoli 5 e 6 i più discutibili, introducendo il principio di “minor pericolosità relativa” seppur all’interno di aree a elevata e media alluvione. Si fa passare il concetto che in tali aree esisterebbe comunque una minore pericolosità cosa smentita appunto da quanto avvenuto sotto i nostri occhi in questi giorni. Opere pericolose perché concepite in aree alluvionali come lo Sky Metro in Val Bisagno, oppure il pala Bombrini in Val Polcevera a Genova fino anche i frantoi di inerti lungo le sponde del fiume magra in provincia della Spezia, così come il reticolo collinare spezzino recentemente mappato da uno studio idrogeologico commissionato dal Comune della Spezia, per arrivare a vari progetti edilizi costieri (Varazze e altro) nel levante savonese, potranno essere potenzialmente oggetto di interventi garantiti da queste nuove sottocategorie”. 

Le associazioni ritengono che “non è questo il nuovo modo di vedere il territorio che dovrebbe caratterizzare una politica di prevenzione, di tutela e di regolamentazione delle aree a rischio. Per questo chiedono con forza alla giunta regionale di ritirare questo provvedimento, riservandosi di compiere tutte le azioni necessarie affinché il grado di rischio per il territorio e per le popolazioni non venga ulteriormente alzato nel caso che questo regolamento diventasse vigente. Ci aspettiamo una risposta seria, da questo punto di vista, da parte della giunta regionale ma anche da tutte le forze politiche che siedono in consiglio regionale. Noi faremo tutti i passi necessari per rappresentare questa nostra posizione”. 

 

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