Molassana

Cinema Nazionale pronto alla rinascita: teatro, coworking e una terrazza aperta al quartiere fotogallery

Presentato lo studio di fattibilità da cui partirà la progettazione definitiva in interlocuzione con le realtà territoriali. Picocchi: "Abbiamo accantonato 4 milioni, spero in tre anni di finire i lavori"

Studio fattibilità Cinema Nazionale

Genova. Una struttura polifunzionale che manterrà la sua anima legata allo spettacolo ma con tanti spazi per attività artistiche e sportive, spazi per il coworking e una grande terrazza con un punto ristoro aperto al pubblico tutti i giorni. Questo è il cuore dello studio di fattibilità dell’ex Cinema Nazionale di Molassana, arrivato oggi ad una nuova pagina della sua lunga storia: dopo l’acquisizione da parte del Comune di Genova, attraverso Spim, oggi sono stati presentati i primi ‘disegni’ di quello che potrebbe diventare.

E’ il primo passo per la rinascita, che passerà attraverso un intervento radicale sì ma che preserverà la parti storiche e identitarie dell’edificio, come per esempio la sua iconica facciata e l’orientamento della platea che darà spazio a circa 250 spettatori. Poi però saranno necessari adeguamenti strutturali e “storici” per mettere la struttura al passo con le normative di sicurezza. Nei piani superiori alla sala si realizzeranno spazi per scuole artistiche, coworking e stanze polifunzionali. Un vero polo culturale aperto a tutto il quartiere.

Infine la terrazza, ricavata sul tetto della struttura con l’apertura di grandi finestre che permetteranno una vista aperta sulla vallata. E qui potrà trovare spazio una struttura di ristorazione, una caffetteria, che si vorrà aperta al quartiere a prescindere dalle attività dello spettacolo.

Tempistiche e risorse? “Abbiamo già accantonato 4 milioni di euro da fondi europei – ha annunciato il vicesindaco Pietro Piciocchi, che ha presentato lo studio insieme al presidente del Municipio IV Media Valbisagno Maurizio Uremassi e al presidente di Spim Stefano Franciolini  – Per le tempistiche quindi credo e spero che in tre anni potremmo andare ad restituire questa struttura alla città. Sono veramente contento, questa sera mettiamo un tassello importante per questa impresa di recupero e rilancio di questa struttura così importante. E’ stato fatto un lavoro enorme di sgombero e pulizia per arrivare a questa fase, dove lo studio di fattibilità di fatto da inizio ad un percorso di interlocuzione con il territorio presentando le varie possibilità e opportunità”.

Un percorso che sarà portato avanti con una rete di realtà territoriali che qui a Molassana da tempo creano opportunità per la cultura e che da anni si sono fatte promotrici della riqualificazione di questa struttura così importante per la storia della vallata. Questa rete, capitanata dal Teatro dell’Ortica, seguirà i prossimi passi di progettazione “Ho raccolto e condiviso materiale da teatri moderni di tutto il paese e di tutta Europa, il territorio ha bisogno di questi spazi che devono essere disegnati sulla base delle loro esigenze. Nei prossimi giorni ci attiveremo per iniziare subito il nostro lavoro collettivo”.

“Una grande occasione per una riqualificazione importante sia dal punto di vista culturale che dal punto di vista occupazionale perché si creeranno posti di lavoro – ha sottolineato Maurizio Uremassi – E con le opere in progetto su tutta la città il cinema nazionale potrà diventare un punto di riferimento per tutta la città e non solo. Sono molto orgoglioso oggi di presentare questo studio di fattibilità per un intervento di riqualificazione del nostro Cinema Nazionale, iniziato dalla precedente giunta D’Avolio e portato avanti in questi mesi grazie all’impegno del Comune di Genova nella persona di Pietro Piciocchi e grazie a Spim e ai suoi progettisti”.

“Si arriva a questo studio di fattibilità con un percorso, anche difficile, per la trattativa di acquisizione – ha sottolineato Stefano Franciolini – In questi mesi abbiamo già iniziato lo sgombero dei rifiuti per arrivare a questo studio di fattibilità, incentrato sulla efficienza energetica e la conservazione dei suoi tratti distintivi. Come stiamo facendo in altre luoghi della città, il nucleo del nostro lavoro anche per questa struttura sarà la sostenibilità e l’efficienza energetica, oltre alla accessibilità e al radicamento sul territorio”.

“Bisogna che si ragioni sull’impatto che questo polo culturale avrà anche sulla viabilità e vivibilità del quartiere, trovando spazi per parcheggi che possano essere a disposizione della collettività”, ha sottolineato Giacomo Cafasso, consigliere municipale di Uniti per la Costituzione. “A questo di potrebbero aggiungere riqualificazioni su altri spazi limitrofi o della zona che da troppo tempo aspettano un intervento – ha aggiunto Dario Pedemonte, attivista per UplC e anima storica del quartiere – come ad esempio la zona dell’architrave e di via Ghersi”.

“Apprezzo la qualità del progetto proposto dal team di architetti che ci ha lavorato – ha commentato Federico Giacobbe, consigliere del M5s – la vera partita però si giocherà ora con la modalità di gestione. Provocatoriamente dico che abbiamo visto dei rendering con persone che sorseggiano champagne ma se vogliamo che diventi un teatro di quartiere va valorizzata la personalità del territorio, va emancipato il messaggio che la cultura appartiene a tutti e che anche un operaio dopo il lavoro può andare a vedersi uno spettacolo teatrale”.

“Non dobbiamo dimenticarci delle esigenze dei nostri ragazzi – ha aggiunto Claudia Benassi, consigliera municipale del Partito Democratico – che hanno bisogno di spazi per le loro passioni come quelle della musica. La progettazione definitiva dovrà tener conto anche di questo”.

 

 

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