Genova. No alla direttiva europea sulle case green, il provvedimento che impone nuovi obiettivi di efficienza energetica con l’obbligo per tutti gli immobili residenziali di raggiungere entro il 1° gennaio 2030 almeno la classe E. Questa la posizione espressa a maggioranza (19 voti a favore e 9 contrari) dal Consiglio regionale della Liguria che ha approvato così l’ordine del giorno presentato dalla Lega. Nella stessa seduta, tra le polemiche, è stata invece bocciata la mozione del M5s sul pacchetto europeo Fit for 55 (contenente anche la suddetta direttiva) che impegnava la giunta Toti a individuare risorse per promuovere le comunità energetiche e a sollecitare il ministro dell’Ambiente a pubblicare il decreto sulla energia condivisa e ad attuare lo scorporo dell’energia condivisa in bolletta.
“Un primo importante passo per sostenere la contrarietà alla normativa approvata dal Parlamento europeo sull’efficienza energetica degli edifici – sostiene la Lega -. Il voto ha messo in chiaro chi è favorevole e chi è contrario alla norma che obbligherà gli italiani a eseguire importanti lavori di ristrutturazione o di sostituzione di caldaie, porte, finestre. La sinistra, che ha già votato a favore della direttiva a Strasburgo, anche oggi in aula, si è dichiarata favorevole al documento che costringerà anche i liguri a spendere importanti risorse economiche, confermandosi il partito delle tasse e della patrimoniale. La Lega invece vuole evitare che i cittadini mettano nuovamente mano al portafoglio. Probabilmente la sinistra ignora che cosa significa fare il cappotto su una casa con i muri in pietra a vista o con importanti stucchi e rilievi storici. Forse la sinistra ignora che famiglie e le imprese sono già provate dalla crisi pandemica ed energetica e non è proprio il caso di tassarli ulteriormente perseguendo un ambientalismo ideologico che penalizzerà l’Europa e avvantaggerà il resto del mondo. I liguri non hanno bisogno di questa legge scellerata, calata dall’alto e che non tiene conto delle peculiarità del nostro territorio”.
Ferruccio Sansa ha difeso le finalità della direttiva europea in quanto si pone obbiettivi ambientali importanti e non più rinviabili, mentre Gianni Pastorino (Linea Condivisa) ha condiviso la necessità di sostegni economici per attuare la normativa europea sulle case green. Posizione analoga quella di Luca Garibaldi (Pd) che ha rilevato la necessità di migliorare l’efficienza energetica degli edifici contribuendo a migliorare il rapporto fra ambiente e attività umane e ha annunciato voto contrario al provvedimento della Lega.
L’assessore allo sviluppo economico Andrea Benveduti, pur condividendo la necessità dell’efficientamento energetico e riconoscendo questo settore apre anche nuove opportunità per la produzione italiana, ha condiviso le ragioni del suo partito. Sull’iniziativa del M5s ha espresso parere contrario perché la prima parte è completamente assorbita, in quanto già ottemperata dall’agenda della giunta regionale, e nella seconda parte il parere negativo è motivata dalla impossibilità di cumulare la detraibilità con le tariffe incentivanti.
“Evidentemente parliamo un’altra lingua o, come è più probabile, la destra regionale preferisce fare la gnorri perché impreparata ad affrontare il tema all’ordine del giorno – attacca Paolo Ugolini del M5s -. Abbiamo portato in Consiglio regionale una mozione per impegnare il presidente e la giunta a individuare tempestivamente risorse opportune per promuovere nei Comuni della Liguria la creazione di comunità energetiche e di autoconsumo collettivo. La destra invece ha capito case green e non solo si è lanciata in un’inutile e sterile discussione per difendere la casa degli italiani, ma ha stravolto anche i lavori d’aula imponendo una discussione congiunta che ha messo nello stesso calderone la nostra mozione con l’ordine del giorno della Lega“.
“Al netto della mozione, che la destra regionale ha purtroppo respinto dimostrando ancora una volta la propria drammatica lontananza dalle reali esigenze dei cittadini, corre l’obbligo di far notare che in merito alla direttiva europea sull’efficientamento del patrimonio edilizio, il nostro Paese aveva anticipato i tempi grazie al Superbonus 110% del Governo Conte. Uno strumento che Draghi prima e la destra nazionale poi, ha azzoppato con decisioni miopi e autolesioniste – aggiunge Ugolini -. Scandalose, in dichiarazione di voto, le parole dei consiglieri del centrodestra in merito al Superbonus: insistono con la panzana del debito e delle difficoltà causate alle imprese edilizie. Criticità, a loro dire, innescate dalla norma sull’efficientamento edilizio e relativi bonus. Una norma che la destra oggi al potere aveva giurato di difendere quando era in campagna elettorale. Salvo poi rimangiarsi la parola all’indomani delle elezioni. La destra regionale peraltro dimentica che le difficoltà odierne di imprese e famiglie sono tutte in capo alle giravolte della loro premier e del loro ministro dell’economia, il tutto con l’ausilio del loro alter ego, vale a dire il non compianto ex presidente del Consiglio”, conclude Ugolini.