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Campopisano da più di un anno in balia delle transenne. Aster: “Lavori finali al via il 15 maggio” fotogallery

Risolto il cedimento strutturale che aveva costretto alla parziale chiusura, resta da completare il ripristino della pavimentazione a risseu

campopisano

Genova. Era il 30 marzo 2022 quando Genova24 documentava il cedimento strutturale in Campopisano, una delle piazze più antiche e caratteristiche del centro storico. Da allora le transenne sono diventate parte integrante del paesaggio, insieme al pavimento di risseu restaurato trent’anni fa in occasione delle Colombiadi. Esattamente ciò che ci auguravamo non accadesse. La buona notizia è che, dopo tanta attesa, la situazione sarebbe sul punto di sbloccarsi.

“A valle di una serie di indagini diagnostiche, supportate da puntuali video-ispezioni, abbiamo accertato problematiche relative alla rete fognaria, risolte con il cantiere di scavo che si è concluso nelle scorse settimane – spiega Mauro Grasso, direttore generale di Aster -. Il ripristino del risseu, realizzato nel 1992 da un gruppo di volontari, necessita, com’è ovvio, una cura particolare nella posa dell’ordito. I lavori dedicati al capitolo finale della realizzazione partiranno lunedì 15 maggio“.

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Dunque ci vorranno ancora diverse settimane prima di rivedere Campopisano libera dalle transenne. Senza contare che la piazza avrebbe bisogno anche di un corposo maquillage, a cominciare dallo sfalcio dell’erba, cresciuta rigogliosa tra le pietre. Nel frattempo, però, l’intervento è andato avanti “dietro le quinte”.

Il problema delle infiltrazioni d’acqua era noto da anni, ma nulla era stato fatto finché – più di 14 mesi fa – la crepa non è diventata un vero e proprio cedimento strutturale, col distacco di una parte dell’acciottolato. Che forse, in origine, non era stato eseguito proprio a regola d’arte.

Il nome di Campopisano, appena sotto la collina di Sarzano, è legato alla tradizione secondo la quale i prigionieri pisani catturati dopo la battaglia della Meloria nel 1284 sarebbero morti di stenti in quel luogo, per poi esservi sepolti. A parte le leggende, la zona era usata effettivamente come cimitero per gli stranieri e quindi – probabilmente – anche per i prigionieri pisani. Oggi le case alte, strette e variopinte e il selciato eseguito secondo lo stile ligure medievale la rendono uno degli angoli più suggestivi della città vecchia. Transenne permettendo.

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