Opposizione

Aree esondabili, il M5S: “Costruire in zone a rischio idraulico limitato è pura follia, Toti ritiri il nuovo provvedimento”

"Facile declassare sulla carta: la natura non la si può imbrigliare secondo convenienza"

Fabio Tosi

Genova. “Alla luce del dramma che si sta consumando in Emilia-Romagna, quanto approvato la settimana scorsa da Regione Liguria prende una piega ancora più allarmante: con l’approvazione del Nuovo regolamento regionale, l’Ente vuole dare il via libera a costruire in zone “a rischio idraulico limitato”, producendo apposito documento in un’epoca in cui il rischio idraulico può cambiare nel giro di 1 mese e un piccolo torrentello può trasformarsi in una fiumana inarrestabile con l’arrivo di un ennesimo ciclone tipico di questi tempi. Il tutto in barba a quello che dice non un comitato di ambientalisti, ma la Corte costituzionale sull’edificabilità in aree a rischio geologico o idrogeologico. Si tratta della sentenza n° 245 del 2018 con la quale è stata dichiarata l’incostituzionalità di una legge regionale nella parte in cui consente gli interventi di recupero nelle aree assoggettate dai piani di bacino a vincoli diversi dall’inedificabilità assoluta o qualificate a rischio geologico o idrogeologico diverso da quello elevato, a prescindere dalla conformità di detti interventi con i piani di bacino stessi”.
Lo dichiara il portavoce del M5S alla Camera dei deputati Roberto Traversi con il capogruppo regionale Fabio Tosi e il consigliere Paolo Ugolini.

“Quanto approvato nei giorni scorsi dalla Regione Liguria sarà quasi certamente dichiarato incostituzionale – continua Traversi –: il divieto di costruzione a una certa distanza dagli argini dei corsi d’acqua demaniali, imposto da una legge del 1904, ha infatti carattere assoluto e inderogabile. L’articolo 96 della citata legge dispone, è bene ricordarlo, il divieto assoluto di edificare molte tipologie di opere sulle acque pubbliche, loro alvei, sponde e difese. La norma ha lo scopo di tutelare la ragione pubblicistica dello sfruttamento delle acque demaniali; e di mantenere libero il deflusso delle acque scorrenti di fiumi, torrenti, canali e scolatoi pubblici”.

“Il dramma che sta vivendo l’Emilia-Romagna solleva, qui in Liguria, quesiti puntuali sulla gestione del territorio: a fine marzo, ad esempio, chiedemmo all’assessore competente Scajola (con un’interrogazione a risposta scritta) se fosse opportuno avallare, nell’ambito del progetto Restart Begato, una ricostruzione a soli 10 metri da un rio (il Tageli), quando in realtà si dovrebbe rispettare la distanza di 20 metri. Per poter eseguire i lavori, quel rio (completamente tombinato) è stato “declassato” a scarichi di acque bianche. Ora, non ce ne voglia l’assessore, ma siamo proprio sicuri che l’iter scelto sia sicuro? Facile declassare sulla carta: la natura non la si può imbrigliare secondo convenienza”.

“Il Nuovo regolamento regionale è pura follia – dichiara anche Ugolini -: ricordiamo che in Romagna sono tracimati decine di corsi d’acqua, devastando interi territori e peraltro aree simili a quelle che Toti vorrebbe “liberare”. Non l’hanno ancora capito che è inaccettabile, oggi, alla luce dell’imprevedibilità dei fenomeni meteo, parlare di aree inondabili “a minor pericolosità”?, aggiunge Ugolini.

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