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Ambiente, 140 metri di reti fantasma recuperate dagli ambientalisti sui fondali di Punta Manara

Protagonisti gli attivisti di Sea Shepherd insieme ai volontari di Reef Alert Network e alla startup Ogyre. Tolti dai fondali 240 chili di rifiuti

Generico maggio 2023

Sestri Levante. Sea Shepherd, organizzazione no-profit internazionale per la difesa del mare, insieme ai volontari di Reef Alert Network e alla startup Ogyre annuncia di aver portato a termine con successo il recupero di due reti da pesca fantasma (una rete ad imbrocco di circa 100 metri e una rete a strascico di circa 40 metri) finite in una secca vicino alla costa di Punta Manara, permettendo di liberare il mare da ben 240 kg di rifiuti marini che avvelenavano le acque mettendo a repentaglio la vita dell’habitat marino.

La secca di Punta Manara, all’interno del Golfo del Tigullio, è infatti riconosciuta come sito a elevato interesse ecologico grazie alla varietà e alla ricchezza delle sue comunità marine ed è dichiarata come sito di interesse comunitario (SIC). Le reti rimosse mettevano a rischio in particolare le dense colonie di falso corallo nero Savalia Savaglia, tra i più rari e antichi del Mar Mediterraneo nonché uno dei più longevi del pianeta Terra. L’area di Punta Manara è infatti un sito importante anche dal punto di vista storico, in quanto fu proprio qui che, nel 1958 questa, rara tipologia di corallo fu avvistata per la prima volta nei mari italiani dal pioniere della subacquea Gianni Roghi.

L’operazione Punta Manara della Campagna Ghostnet
L’operazione Punta Manara si inserisce all’interno della più ampia Campagna Ghostnet di Sea Shepherd che si focalizza e combatte l’enorme problema degli attrezzi da pesca abbandonati in mare: reti, lenze, nasse, ami, piombi e qualunque attrezzatura ittica deliberatamente o accidentalmente abbandonata in acqua.

Generico maggio 2023

Le attività di rimozione delle reti da pesca hanno impegnato tre giornate di lavoro, dal 9 all’11 maggio, impiegando complessivamente tre team di immersione (due squadre subacquee di Reef Alert Network e una del team Ghostnet) e il supporto dell’equipaggio dell’imbarcazione di Sea Shepherd “Conrad” in assistenza di superficie. L’intervento è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione del Comune di Sestri Levante, della Capitaneria di Porto di Santa Margherita Ligure e dell’Ufficio Locale Marittimo di Riva Trigoso e Moneglia.

“Siamo profondamente orgogliosi dell’intervento svolto a Punta Manara, sia per l’importanza del sito ora bonificato sia perchè l’opera di Ghostnet si rivela sempre più incisiva nel rovesciare le sorti dei nostri mari, e pertanto della nostra stessa sopravvivenza”, dichiara Enrico Salierno, campaign leader di Ghostnet e membro del Board of directors della Fondazione Sea Shepherd Italia. “La biodiversità marina è il nostro scudo, la nostra protezione contro l’estinzione; se la biodiversità marina verrà meno, verranno a mancare le condizioni che permettono la vita umana sulla terra”.

La segnalazione delle due reti nell’area interessata è avvenuta circa un anno fa, nella primavera 2022, da parte dei subacquei di Reef Alert Network, che, dopo aver condotto una valutazione di impatto ambientale sulla biodiversità delle reti per valutarne la rimozione, hanno poi contattato Sea Shepherd per coordinare il recupero subacqueo e fare assistenza di superficie.

Il ruolo di Ogyre per le operazioni di smaltimento
A farsi carico delle attività di differenziazione e smaltimento dei rifiuti recuperati è Ogyre, la startup italiana che ha implementato un modello di “fishing for litter” con l’aiuto dei pescatori locali per ripulire gli oceani dai rifiuti marini. Le reti, che insieme al loro contenuto concorrevano all’inquinamento e allo sterminio della fauna marina, a causa dell’alto livello di usura termineranno ora il loro ciclo vitale come rifiuti e saranno destinate al corretto smaltimento. È importante ricordare che molti rifiuti marini possono però sperare in nuova vita e trovare potenzialità di riciclaggio e impiego anche per la termovalorizzazione.

“Poter lavorare al fianco di Sea Shepherd ci riempie di orgoglio, non solo perché condividiamo gli stessi valori di sostenibilità e dedizione alla salvaguardia del mare e degli ecosistemi marini, ma soprattutto perché ci ha permesso di portare a termine un lavoro di squadra che dà ancor più significato al lavoro quotidiano che realtà come le nostre svolgono ogni giorno”, commenta Antonio Augeri, co-founder di Ogyre. “Con Ogyre dimostriamo che si può prendere parte alla salvaguardia del mare anche dalla terraferma, pensando ai rifiuti in ottica di riciclo e rigenerazione e con l’obiettivo di voler massimizzare la sostenibilità attraverso un modello generativo circolare”.

Il problema delle reti fantasma e la Campagna Ghostnet
Le ghostnet – ossia le reti o le attrezzature da pesca fantasma – costituiscono oltre il 48% delle plastiche trovate nelle “isole galleggianti dei rifiuti”, rappresentano il 70% del peso di tutti i detriti macroplastici in mare. Nel solo Mediterraneo il 10% di tutti i rifiuti marini derivano da attrezzature da pesca perse o abbandonate, per un totale di oltre 4.000 tonnellate stimate che finiscono in mare ogni anno.

Scaricate, abbandonate o perse nelle acque, le reti fantasma si trasformano nel tempo in grovigli di plastica e fanghiglia che diventano un vera e propria trappola senza scampo per migliaia di pesci, uccelli, cetacei, ma anche invertebrati e tartarughe marine. Per la loro conformazione, danno infatti il via a un vero e proprio ciclo distruttivo: impigliandosi negli scogli, soffocano i pesci e uccidono i coralli, una volta appesantite si adagiano sul fondale, dove, una volta ripulite dalle carcasse a opera degli “spazzini”, risalgono in superficie per ricominciare il loro corso di morte e distruzione dell’ecosistema che incontrano.

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