Genova. “Io non sono assolutamente favorevole al numero chiuso, sono favorevole alla gestione manageriale“. Così il sindaco di Genova Marco Bucci, presentando la nuova edizione dei Rolli Days di primavera, interviene nel dibattito sulle limitazioni ai flussi turistici. Dopo il caso delle Cinque Terre, esploso nell’ultimo weekend con l’assalto dei visitatori che ha creato anche situazioni di pericolo nelle stazioni ferroviarie, la provincia autonoma di Bolzano è intervenuta con una delibera per stabilire un tetto massimo ai pernottamenti.
D’altra parte, riconosce il primo cittadino genovese, “bisogna far sì che le persone abbiano l’esperienza, altrimenti cosa ci vengono a fare? Deve essere un’esperienza che dà soddisfazione e non deve diventare un problema. Il fatto che sia adattata alle esigenze delle persone che vivono nel posto turistico è un’altra cosa importante di cui siamo consapevoli. Lo sforzo deve essere mettere insieme tutte queste esigenze in una logica win-win. Chiudere le porte non è mai una soluzione”.
A tirare fuori l’argomento per primo è stato proprio Bucci che a margine della conferenza stampa a Tursi ha sottolineato: “Non vorrei che andasse in giro l’informazione che noi i turisti non li vogliamo“. Al termine delle vacanze pasquali la sua collega di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia (Pd), aveva chiesto “una legge speciale per le Cinque Terre, strumenti legali nelle mani dei sindaci per intervenire”. Qualcosa di simile è successo a Portofino, dove il sindaco Matteo Viacava (centrodestra) ha varato un’ordinanza per vietare gli assembramenti in piazzetta. Problemi che a Genova non si pongono, ma il timore di Tursi, evidentemente, è che il tema possa tradursi in un danno d’immagine.
“Io non tornerò mai alle chiusure di epoca Covid o ad un approccio da ordine pubblico. Col turismo ci viviamo e lavoriamo”, è l’altolà arrivato nei giorni scorsi dal presidente Giovanni Toti. Secondo il governatore in tempi di normalità sarebbe impossibile negare a qualcuno l’accesso a un Comune senza violare i diritti costituzionali.
Diversa ad esempio la strada scelta dall’Alto Adige. “Ci siamo accorti che il nostro territorio, la nostra comunità e le nostre risorse, acqua, territorio, energia, erano arrivate ad un livello di sfruttamento che non doveva e poteva essere più superato – spiega oggi a La Repubblica l’assessore al Turismo Arnold Schuler -, Così, con una delibera abbiamo deciso di introdurre un limite massimo di pernottamenti. Il tetto è stato fissato in 34 milioni di pernottamenti, ovvero il numero di presenze turistiche che registrammo nel 2019. Alla fine la maggior parte dei nostri concittadini ha accolto con favore questa limitazione. Perché in questo modo da noi il turista starà meglio, avrà un’offerta di qualità, e staranno meglio i residenti”.